Nel 2015 solo due squadre sono state capaci di battere il Dnipro: l’Ajax agli ottavi di Europa League (l’inutile 2-1 ai supplementari) e lo Shakhtar Donetsk in Coppa d’Ucraina (1-0 nella semifinale di andata). A guidare questi ultimi una vecchia conoscenza del calcio italiano: Mircea Lucescu, il mago dell’Est. «Non date per spacciato il Dnipro, è una brutta abitudine delle squadre di serie A sottovalutare gli avversari. È una squadra solida, equilibrata, furba: lascia giocare poi appena può colpisce».
Che personaggio il tecnico rumeno: 70 anni a luglio, parla l’italiano in maniera perfetta nonostante abbia lasciato il nostro Paese nel 1999, dopo l’ultima avventura finita male all’Inter e al termine di 10 anni vissuti tra Pisa, Brescia e Reggio Emilia. Ha vinto più di una decina di campionati tra Romania, Turchia e l’Ucraina per l’appunto e allena lo Shakhtar dal 2004. «Il Dnipro ha grande equilibrio e non sarà facile per la squadra di Benitez passare il turno: io ho vinto l’Europa League nel 2009, è una coppa speciale, dove chi trionfa non lo fa mai per caso, ma solo perché è davvero forte». Raggiungerlo al telefono non è facile: vive tra Leopoli e Kiev, lontano dalle bombe che adesso non esplodono più ma che hanno bucato persino lo stadio costruito per l’Europeo 2012. Molte squadre ucraine vivono in esilio, come il Dnipro e lo Shakthar per l’appunto. Forse non è un caso che a guidare il campionato nazionale sia la Dinamo Kiev che gioca ancora nel suo stadio e che non conquista il titolo dal 2009. Lucescu ha esperienza da vendere. «Stasera a Napoli non si decide nulla, la gara chiave è quella di giovedì prossimo. Il calcio ucraino è cresciuto molto, vedrete». Due anni fa prima della sfida in Champions con la Juve polemizzò con Conte che reagì male ad alcune sue dichiarazioni. Il mago dell’Est disse dell’attuale ct dell’Italia: «È giovane, deve imparare quando è il caso di parlare». Di Benitez dice:«È bravo, preparato. Si vede che il Napoli è allenato da lui. Poi sa come si vince questo trofeo, lo ha già fatto due anni fa con il Chelsea». I due spesso si incontrano a Nyon, per i Forum degli allenatori di Elite organizzati dalla Uefa. Spera che il doppio impegno in coppa possa in ogni caso togliere un po’ di forze al Dnipro con cui è impegnato nella volata per il secondo posto e nella corsa per la finale della Coppa di Ucraina. Nei prossimi venti giorni lo affronterà due volte e spera di trovare una squadra stanca. «Il Napoli è favorito, ma una semifinale europea non ha mai una vera favorita. Chi sbaglia, va fuori». La voce è sempre quella sgargiante dei duelli verbali con Romeo Anconetani, il suo primo presidente italiano e di quello di Brescia, quando lanciò Hagi, il Maradona dei Carpazi. L’Italia gli manca e il suo contratto scade a fine giugno. Chissà se c’è qualcuno ancora interessato a questo mago senza età, uno dei grandi del calcio europeo.
Fonte: Il Mattino
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