Cristiano Lucarelli ha rilasciato un’intervista a “Il Corriere del Mezzogiorno”:
La chiacchierata con Cristiano Lucarelli inizia inevitabilmente così. L’età, il leit motiv dell’estate calda del mercato del Napoli: il litigio con De Laurentiis; la voglia forte di due livornesi -Lucarelli e Mazzarri -di fare altra strada insieme; la stima ritrovata col patron. Tutto è bene quel che finisce bene. O quasi, nel caso dell’attaccante toscano, vittima di un brutto infortunio al ginocchio (lesione del legamento crociato) nella seconda presenza in maglia azzurra, subentrato negli ultimi minuti di Utrecht-Napoli al San Paolo.
“Sapevo di dover fare un lavoro sporco qui Napoli, di dover subentrare nelle partite nel disperato tentativo di sbloccarle. Contro gli olandesi, poi, è finita prima di cominciare. Ripensandoci, meglio così» .
In che che senso, scusi?
«A volte infortuni di questo tipo allungano la carriera di un calciatore. Naturalmente se la riabilitazione avviene sotto la guida di uno staff medico come quello del Napoli, assolutamente competente. Il prof Rosario D’Onofrio credo sia il migliore in Italia per quanto riguarda lo studio e la riabilitazione del crociato. Poi, certo, ci ho messo tanta forza di volontà. Volevo guarire bene in fretta, ho scelto di restare qui per essere comunque parte integrante del gruppo, per vivere città e spogliatoio» .
Per dare il suo contributo al Napoli?
«Io, in una squadra seconda in classifica, non ci sono mai stato. Le mie battaglie in campo sono state di altro tipo, lottavo per non retrocedere. Mi sembra un sogno ora essere qui e mi godo un’esperienza straordinaria. Rispettando sempre quello che dall’inizio doveva essere il mio ruolo. Anzi, ripensandoci, se il mio dovrà essere lavoro sporco, spero che il Napoli non ne abbia bisogno così come è successo finora» .
Ma allora non vuole giocare?
«Certo che sì, esco dall’infortunio assolutamente rigenerato nel fisico e nella mente. In campo sì, ma non per risolvere situazioni disperate. Significherebbe che il Napoli continua a viaggiare a mille. In ogni caso, ora comincerò a fare qualche gara con la Primavera, così da riprendere confidenza col campo» .
Secondi in classifica, se l’aspettava quando è arrivato?
«Assolutamente no. Negli ultimi anni nel campionato italiano i primi tre posti sembravano assegnati d’ufficio. Invece, squadre come Napoli e Lazio hanno un po’ sovvertito l’ordine. Certo, campionato equlibrato finora, ma vado oltre: se avessimo pareggiato col Milan -e ci poteva stare -avremmo avuto un punto in più. Mica male» .
Sta candidando il Napoli alla corsa scudetto?
«Per carità, quella parola non va pronunciata mai. Per ora ci godiamo questa posizione di classifica tentando di difenderla con le unghie e con i denti. Poi, come spesso dice Mazzarri, bastano tre gare per rovinare tutto. Quindi mai abbassare la guardia» .
Ma dove arriverà il Napoli?
«Non lo sappiamo neanche noi. Davvero. Giusto che i tifosi sognino, mentre noi lavoriamo e…. pensiamo agli obiettivi» .
Senza dirli.
«Perfetto. Che bisogno c’è di parlare. Vale il pensiero e la voglia di non mollare che mettiamo in ogni gara» .
Fino al novantacinquesimo.
«Se fosse successo una volta, due o al massimo tre sarebbe stata fortuna. Questo temperamento, è carattere. E’ forza» .
Questo è Mazzarri.
«Infatti, lo conosco da tempo, ci tiene sulla corda. Non è mai contento e se facciamo cose egregie, chiede ancora di più. Un generale intransigente» .
Voi, dunque, siete i suoi soldati?
«Sì, più o meno. E’ fatto così, ed è un bene perché riesce a trasferire carattere, carica agonistica e ci rende anche tutti complici nel perseguimento dello stesso obiettivo » .
Lo ha trovato cambiato dai tempi del Livorno?
«Sì, certo. E’ più sicuro di sè. Ora è un tecnico esperto e navigato» .
Da grande squadra?
«Da Napoli» .
Tanti pregi, ma avrà un difetto.
«Sì e si arrabbia quando glielo dico: è permaloso. Una caratteristica che non appartiene ai livornesi, io lo prendo in giro e dico che è un livornese di campagna. Annacquato, insomma» .
Vive bene in una città nella morsa di mille emergenze, spazzatura in primis?
«Benissimo, al mattino guardo il mare e sono contento per tutto il giorno» .
Niente rifiuti sotto casa sua?
«Sì certo, ma è un’emergenza contingente. Che la città vive da qualche anno e bisognerà risolverla. Ma devo dire che prima di arrivare qui avevo tanti pregiudizi: i furti, le rapine, il traffico e i parcheggi. Mi sono ricreduto, nel senso che sono problemi tipici di tutte le grandi metropoli. Napoli l’ho visitata abbastanza. Mi piace così» .
Addirittura, c’è stato qualche suo collega che pare abbia rifiutato di venire qui per la spazzatura.
«Sì, ho letto. Ma francamente, se c’è qualcuno che la pensa così meglio che stia a casa sua. Non abbiamo bisogno di certe persone. Per vivere bene qui, bisogna entrare nella mentalità del napoletano e adattarsi. Inutile fare quello arrivato dal Nord che giudica. ” Benvenuti al Sud” mi sembra la fotografia perfetta» .
Vive a Posillipo, ci sono zone di Napoli diverse.
«Certo, lo so. Sono stato nei vicoli, ai Quartieri Spagnoli. Mi piacciono anche quei posti» .
Torniamo al calcio, dove arriva Cavani?
«In alto, sicuramente. Quando il Napoli lo ha preso, lo conoscevo poco. Qualità tecniche indiscutibili, ma francamente non ho mai pensato che potesse essere un bomber spietato. E che bei gol!»
Ispirazione divina? Posizione, motivazione o che altro?
«Lui è molto forte, ma con Mazzarri tutti fanno gol» .
Napoli fino a fine carriera, e poi?
«Mah, intanto ho promesso a Mattia, mio figlio, che finirà qui le medie. Tra due anni vedremo. Saprò scendere dalla giostra, ho altre risorse» .
Ha fatto l’editore. Non è andata un granché.
«Ho fatto semplicemente il finanziatore di un progetto che poi ad un certo punto non ho avuto la forza di sostenere. Al giornale ci sarò andato al più due o tre volte» .
Nel nuovi contratto ai calciatori non sarà consentito parlare di politica. Chiellini ha già un contratto così. Condivide?
«Ma sì, tanto la risposta più comune è: non mi intendo di politica» .
Lei non risponderebbe così.
«Ho un altro contratto!» .
Qual è il primo giornale che legge al mattino?
«Un quotidiano. Corriere della Sera o Repubblica. Gli sportivi dopo» .
Lucarelli, calciatore-intellettuale?
«Sì vabbè. Ho studiato fino alla terza media, e l’ultimo anno l’ho pure ripetuto. Leggo, mi aggiorno, cresco e imparo. Sono fatto così» .
La Redazione
C.T.
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
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