«Higuain è tra i più forti centravanti, ma domani non vivrà una serata semplice: un conto è affrontare i fischi di uno stadio che ti teme, un altro i fischi di uno stadio che ti ha amato e ora ti odia e dove fino a poco tempo fa andavi sotto la curva a saltare e cantare». Gianluca Vialli e Napoli-Juventus. Un’analisi a tutto campo, senza tralasciare gli attori protagonisti, da parte dell’ex attaccante di Sampdoria e Juventus, ora commentatore per Sky Sport, alle pagine de Il Mattino.
Si parte dal Pipita, certo, per arrivare fino ad Hamsik e Buffon. E nel mezzo ci sono mille aspetti tattici, tante sfumature psicologiche. Perché la sfida tra azzurri e bianconeri è un pentolone bollente con dentro una infinità di ingredienti e i mille sapori. Tutti gustosi e piccanti.
Vialli, sarà una notte speciale per Higuain?
«Non lo invidio. Non è una partita facile per lui, non credo che possa trovare stimoli positivi quando toccherà con mano il clima ostile del San Paolo».
Magari l’argentino può trovare motivazioni straordinarie dal fatto di giocare contro un intero stadio?
«Non credo. Se vai in un posto dove sei temuto e dove ti insultano o ti fischiano perché hanno paura di te, allora ti carichi a mille. Ma quando va via da un posto dove eri il più amato di tutti, un idolo, e nel modo con cui è andato via Higuain, quando capisci che quell’amore si è tramutato in altro, o sei un robot o dentro scatta un tumulto di emozioni che non aiuterà certo a giocare nel migliore dei modi».
Può riaprire il discorso scudetto la partita di domani sera?
«Sì, direi proprio di sì. Il calendario delle prossime settimane è piuttosto complicato per la squadra di Allegri. C’è il Barcellona, c’è l’altro scontro diretto con la Roma all’Olimpico. C’è un discreto cuscinetto tra la Juve e le inseguitrici, però una caduta al San Paolo può riaprire i giochi per il primo posto».
Chi avrebbe votato per la Panchina d’oro?
«Dipende da quello che è il criterio: contano i successi o la bellezza del gioco? Perché i trionfi della Juve di Allegri sono straordinari ma evidentemente la qualità delle prestazioni del Napoli hanno messo in secondo piano l’importanza delle vittorie. Ed è per Sarri un grande merito».
Si aspettava questa esplosione di Mertens?
«Il belga ha una predisposizione a imparare e a una grande velocità ad apprendere. Si è rimesso in discussione a 30 anni. Ma non sono sorpreso dal suo boom: io penso che se mettessi Caressa ad allenarsi con Sarri per un mese, alla fine qualche gol lo farebbe pure Fabio in una simile organizzazione di gioco».
Le due gare a distanza di tre giorni si influenzeranno?
«No, saranno a compartimenti stagni. E serviranno a capire le priorità della Juve: la Coppa Italia è l’ultimo dei pensieri, sapendo che dopo sette giorni ci sarà la Champions e la sfida al Barcellona».
Gli uomini chiave di domani?
«Si dice che Hamsik sia un fenomeno ma che non incida in certe gare importanti. Io dico che se Hamsik fa Hamsik, il Napoli batterà la Juve. Ma occhio a Buffon: è intramontabile. E le vittorie, come spesso succede, si costruiscono da lì, da dietro».
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