Stanco del freddo di Torino e del posto in tribuna che gli riservava la Juve, Luca Toni è volato a Dubai. A trenquattr’anni ha firmato per l’Al Nasr e si è messo nuovamente in discussione. «Due partite e un gol, è cominciata così l’avventura. Mi piacciono le esperienze all’estero», spiega il bomber campione del mondo sei anni fa, 239 gol segnati in 509 partite, oltre alle 16 reti in Nazionale. Adesso Toni ammira in tv la grande ribalta del calcio e martedì sarà spettatore di Napoli-Chelsea.
Che partita sarà?
«Mi farebbe piacere se il Napoli riuscisse a centrare la qualificazione ai quarti. Sarebbe un’impresa perché gli azzurri erano in un girone durissimo e adesso avranno di fronte un avversario di grande qualità, partito per vincere la Champions 2012: il Chelsea, a dispetto dei risultati di questi mesi, resta uno dei club più forti al mondo».
È uno svantaggio giocare i primi 90’ in casa?
«Il formidabile tridente dovrà aiutare il Napoli ad ottenere un risultato positivo nel primo round. Nella partita secca il Napoli avrebbe chance più elevate, però bisogna considerare i 180’, ecco perché non si può sbagliare la partita d’andata».
Il Chelsea ha svelato più punti deboli finora, specie in difesa.
«Ma resta squadra solida, quadrata, esperta. Il Napoli ha un vantaggio psicologico: non ha niente da perdere, il grande favorito resta il suo avversario e questo è un punto a favore».
Un po’ come la Nazionale, a sorpresa campione del mondo in Germania.
«Per la verità, noi ci eravamo presentati all’appuntamento dei Mondiali dopo buoni risultati in prestigiose amichevoli. Certo, nel calcio c’è sempre un interessante aspetto di imprevedibilità: le belle sorprese sono possibili».
Cavani sembra irresistibile in questa fase.
«Da avversario, avevo sempre apprezzato il suo spirito di sacrificio: corre e lotta per la squadra, si rende utile con grande umiltà. Nei due anni di Napoli è molto migliorata la sua percentuale realizzativa: Cavani è diventato più lucido, freddo e decisivo sotto porta».
A Firenze si è completamente ritrovato Lavezzi.
«Mi ha sempre colpito. È uno dei pochi calciatori in grado di saltare l’uomo nel campionato italiano e mi sarebbe tanto piaciuto giocare con lui: i suoi assist sono preziosi, sa segnare, è egoista al punto giusto».
Napoli o Chelsea, partner di Lavezzi o di Torres?
«Dove avrei voluto giocare? Dico la verità: il Chelsea è una delle squadre più forti al mondo, però il Napoli sta attraversando uno splendido periodo e ne sono contento per i suoi tifosi. E poi sono italiano, no? Scelta scontata».
Nell’estate 2010 Mazzarri contattò direttamente Toni, però con De Laurentiis non venne raggiunto l’accordo.
«Sono stato vicino al Napoli, mi sarebbe piaciuto indossare la maglia di una squadra così forte: non è andata così, pazienza. Faccio i complimenti al presidente, che ha saputo costruire una squadra di vertice».
Quanti meriti ha Mazzarri in questa scalata?
«Ha dato un valido assetto alla squadra e le ha trasmesso sicurezza: il Napoli gioca a memoria. E poi l’allenatore ha saputo gestire bene l’aspetto ambientale: non è facile esprimersi in una piazza come Napoli, le pressioni sono molto forti».
Alla vigilia della grande sfida di Champions la squadra si è rilanciata in campionato.
«Il Napoli è bene organizzato e ha giocatori di valore, avrebbe potuto vincere lo scudetto se non fosse stato impegnato sul fronte europeo. La squadra ha poca esperienza internazionale e questo ha inciso perché si fatica a reggere il doppio oneroso impegno. Peccato, gli azzurri hanno perso terreno nelle ultime settimane: era questo l’anno giusto per arrivare al primo posto».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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