Parla attraverso le pagine de “Il Corriere dello Sport” l’attaccante azzurro nato a Frattamaggiore Lorenzo Insigne sul suo momento in maglia partenopeo, sulla prossima trasferta a Pescara e anche sul suo futuro nel Napoli.
Gol al 94’ e vittoria del Napoli sul Cagliari. Il massimo per un attaccante napoletano.
«E’ stata una sensazione bellissima, entrare al 32’ del secondo tempo e poi risolvere la partita dopo un quarto d’ora. Stava finendo, ci servivano i 3 punti e con quella rete abbiamo messo il Milan a 7 punti, adesso dobbiamo continuare su questa strada. Segnare davanti a 70.000 napoletani è un’emozione che non si può descrivere».
Se dovesse definire il Napoli in una frase, cosa direbbe?
«Non molla mai».
Lei ha segnato 4 dei suoi 5 gol entrando dalla panchina. Nessuno ha fatto altrettanto in Serie A. Le basta questo ruolo di prima riserva?
«Sono contento dello spazio che mi ha dato Mazzarri. Per me è il primo anno di Serie A e l’ho trascorso in una squadra che è seconda in classifica e che ha lottato per lo scudetto. L’anno prossimo vedremo».
Quindi nessun rimpianto in questa stagione.
«Anzi, il contrario, pensavo di giocare meno. Invece ho fatto tutte le 33 partite e tante anche da titolare. Sono contento così. Poi, a fine stagione, parleremo con la società. Di sicuro resterò a Napoli».
Che vuol dire «parleremo con la società»? Vuole prolungare ancora il contratto?
«Sono legato al Napoli fino al 2017. Voglio dire che intanto finiamo il campionato tenendoci stretto il secondo posto, poi ci sarà l’Europeo e quando torno incontrerò la società, non certo per andare via. Parleremo di altre cose».
Chiederà certezze sul suo futuro in squadra o un adeguamento economico al contratto?
«Ritocco? Questo non lo so ancora. Dipende dalla società».
Che le ha già dato un aumento.
«L’adeguamento c’è già stato. Sono soddisfatto».
Pensa un giorno di lasciare Napoli?
«Io sono di Napoli e del Napoli. E resto a Napoli. Ci sto benissimo».
Resterà con Cavani e Mazzarri o senza uno dei due?
«Spero di restare con tutt’e due, però queste sono scelte della società».
Si parla molto della cessione di Cavani. Per lei, paradossalmente, potrebbe essere un vantaggio, avrebbe più spazio, come El Shaarawy dopo la cessione di Ibrahimovic.
«Ma io non sono una prima punta. Sono un attaccante esterno o una seconda punta. Ho giocato da prima punta a Torino, quando Cavani era rientrato all’ultimo momento dal Sudamerica. In quella partita mi sono alternato con Pandev e non sono mai rimasto fermo là davanti (nemmeno Cavani, se è per questo, ndr). Quanto alla cessione di Edinson, dipende da lui e dal presidente».
Ma adesso vanno forte gli attaccanti centrali piccoli di statura, quelli che non danno riferimenti alle difese avversarie.
«Se anche dovesse andar via Cavani, non credo di giocare nel suo ruolo. Non l’ho mai fatto».
Molti dicono che il secondo posto del Napoli vale uno scudetto. Lo pensa anche lei?
«Vedendo dove sta la Juve, rispondo di sì. Non eravamo partiti per vincere in campionato, poi ci siamo ritrovati là, dietro alla capolista, e ci abbiamo provato, però non sono bastate tutte le energie che abbiamo speso. La Juve ha una rosa molto più ampia della nostra. Adesso siamo al secondo posto, è un traguardo importante per noi».
Cosa manca al Napoli per raggiungere la Juve? Solo un organico più largo come ha appena detto?
«Penso di sì. Quest’anno ci è mancata una rosa un po’ più ampia con giocatori più affermati. La Juve ha giocatori con tanta qualità e giocano insieme da tanto tempo».
Però anche il Napoli, come continuità di gioco, non è messo male.
«Sì, quello sì. Ma tutto dipende dalla rosa».
Lavezzi ha parlato molto bene di lei. La storia dell’eredità le pesa?
«In 5 anni di Napoli ha dato tanto, tantissimo. Anche se è andato via, so che ha il Napoli nel cuore. E’ stata la sua prima squadra italiana. Ho fatto in tempo a conoscerlo, è un bravo ragazzo. Ma io devo fare ancora un po’ di strada per arrivare dove è arrivato lui. Cercherò di impegnarmi per superarlo».
Cosa le piace di Lavezzi?
«L’umiltà».
Cosa gli ruberebbe?
«La velocità».
A proposito di velocità: sprint per il 3° posto, Milan o Fiorentina?
«Penso che la Fiorentina possa farcela. E’ solo a un punto dal Milan, ha il vantaggio degli scontri diretti e ha fatto un campionato bellissimo. E’ la squadra che ha giocato meglio a calcio».
Sabato c’è Pescara-Napoli, la sua partita.
«Sarà una bella emozione tornare nello stadio dove l’anno scorso abbiamo conquistato la Serie A».
Si aspetta gli applausi?
«Ci spero. L’anno scorso ho dato tanto per quella maglia, i tifosi sapevano che ero in prestito. Spero di essere accolto bene».
Lei che lo conosce bene, ci può dire se è colpa di Zeman se la Roma non ha fatto un campionato all’altezza delle sue ambizioni?
«Zeman non ha fallito, perché ha sempre imposto il suo gioco. Non so cosa sia successo a Roma fra giocatori e allenatore, posso dire solo che a Pescara tutta la squadra l’ha seguito e abbiamo centrato un grande risultato».
Lo vedrebbe bene all’Inter?
«Non penso che l’Inter cambi allenatore, poi se ci va Zeman bene, sono contento perché se lo merita».
Le dispiace che l’avventura del Pescara in A sia finita così presto?
«Mi dispiace per la città e i tifosi perché l’anno scorso ci sono stati vicini fino alla fine. Tornavano in A dopo così tanto tempo che speravo ci rimanessero ancora un po’».
Con chi scambierà la sua maglia a fine partita?
«Con Balzano».
Capitolo Under 21. Lei qui ha un ruolo determinante: da simbolo di questa squadra, può dire che in prospettiva-Europeo solo la Spagna è superiore all’Italia?
«La Spagna ha dei grandi giocatori, ma noi non temiamo nessuno. Sono sicuro che faremo un grande Europeo».
Il vero obiettivo della Under è la vittoria?
«Di certo non andremo all’Europeo per fare una passeggiata, anche se la Spagna ha dei ragazzi più affermati dei nostri e che nei loro club hanno più continuità di noi».
Qual è il suo rapporto con Mangia?
«E’ un tecnico che fa sentire importanti i suoi giocatori. Quando sono arrivato, il primo giorno, ero in ritardo perché stavo arrivando da Pechino (dove aveva giocato la Supercoppa Italiana contro la Juve, ndr) e loro erano già in ritiro in Olanda. Mi ha parlato così: “I tuoi compagni, quando ti hanno visto, hanno preso più fiducia”. E io lo ringrazio proprio per questa fiducia che mi ha dato».
E’ noto il suo feeling con Immobile, ma anche con Verratti: ha cercato di convincerlo a scegliere l’Under 21 per l’Europeo e non la Nazionale per la Confederations Cup?
«Sono scelte che fanno i due allenatori».
Ma non le dispiacerebbe averlo come compagno…
«Lo conosco, sono stato un anno con lui, è un grande giocatore, ma anche chi sta qui, con l’Under, è forte. Se poi Verratti viene con noi, sarà molto utile alla squadra. Sennò ci sarà qualcun altro al suo posto e ci darà lo stesso un grande aiuto».
Se andrà all’Europeo con l’Under 21 dovrà saltare la Confederations Cup con la Nazionale. Per lei è un’occasione buona o un’occasione persa?
«Io sto alle decisioni dei tecnici».
Magari nell’Under gioca di sicuro, in Nazionale no.
«Anche questa è una decisione che spetta all’allenatore. Non penso alla possibilità di poter giocare tutte le partite. E poi con l’Under ci saranno anche giocatori che hanno già fatto parte della Nazionale. Giocare le finali di un Europeo è un grande traguardo».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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