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Lele Calaiò: «Amo la maglia azzurra ma il Siena ha fame di punti»

L’arciere delle due promozioni dimostra sempre il suo amore per il Napoli

Tre anni e mezzo dedicati al Napoli e ora ritrovarselo ancora una volta contro. Addirittura studiare per ferirlo, affondarlo e farlo precipitare in crisi. Sono giorni strani per Emanuele Calaiò, palermitano di Monreale, bomber del Siena, con casa al Vomero e moglie napoletana.

«Non potrà essere una partita come le altre. Non è la prima volta che affronto da avversario gli azzurri, ma vivrò un’emozione speciale, unica».

Già: 112 partite e 40 gol, molti straordinari e capocannoniere nell’anno della promozione in serie A.

Ormai sono passati quattro anni dal suo addio?

«Non dimentico Napoli e i suoi tifosi, la gente mi ha fatto sempre sentire a casa mia. Ho dei ricordi meravigliosi ma i napoletani sanno bene che io domenica voglio vincere perché debbo salvarmi con il mio Siena».

Arrivò a Napoli da predestinato, eppure non iniziò proprio col piede giusto.

«Era il gennaio di 7 anni fa (il 16 gennaio, per l’esattezza, ndr) e affrontammo la Fermana. Ci fu un rigore e io andai a batterlo. Il portiere lo parò: alla fine contestarono Ventura che il giorno dopo venne esonerato».

Si è mai sentito in colpa?

«Un po’ sì, ma lui mi ha perdonato. Per fortuna mi sono riscattato».

Veniamo a domenica: chi vince?

«Noi. Siamo arrabbiati, veniamo da una sconfitta che ci brucia ancora, un ko duro da mandare giù. Pure se ci fosse il Barcellona, vorrei vincere. Non possiamo commettere passi falsi soprattutto in casa».

Che Napoli ha visto col Bologna?

«Una squadra in salute: la differenza la fanno gli episodi, non farei un dramma per il pari di lunedì. Certo se avessero battuto il Bologna ci avrebbero fatto un gran favore. Peccato. Ma non è una squadra in crisi, per carità».

La difesa di Mazzarri non brilla tanto negli ultimi tempi, però?

«Beh, c’è stata una indecisione sul gol di Acquafresca, ma nessuno può mettere in discussione Aronica, Cannavaro e Campagnaro: stiamo parlando di tre dei più forti difensori italiani».

De Sanctis prende gol da otto gare consecutive.

«Speriamo che arrivi a nove… e speriamo che quelli lì davanti non si scatenino. Perché se lo fanno la gara non avrà storia».

Lavezzi dovrebbe rientrare dall’infortunio.

«Non è una bella notizia per noi. Lui dà fantasia, calamita le attenzioni dei difensori, crea spazi per i compagni. Insomma, un bel guaio averlo contro».

Si aspettava che sarebbe diventato così forte?

«Sinceramente? No. Ricordo il primo giorno che arrivò in ritiro, con i capelli lunghi e non proprio in gran forma. Anche Reja, che non lo conosceva, rimase inizialmente perplesso. Ora farebbe la differenza anche in una big europea».

Lo sa che il Napoli non vince a Siena dal 1945?

«Io sono un po’ napoletano in queste cose, avrei preferito che nessuno me lo ricordasse…».

Dopo di lei, chi il più forte numero 9 in azzurro?

«Tutti bravissimi. Senza preferenze. Sono curioso di vedere Vargas quando comincerà ad ambientarsi».

Il Napoli può lottare per un posto in Champions?

«Questa domanda mi fa sempre sorridere. Pochi anni fa mi avrebbero chiesto se il Napoli poteva vincere a Frosinone e sul campo del Gallipoli. Oggi affronta il Chelsea e lotta per lo scudetto».

Dunque, Napoli come Milan e Juventus?

«In questo momento i rossoneri e i bianconeri hanno qualcosa in più. Però gli azzurri possono risalire, sono ai livelli dell’Inter. Ma è chiaro, la risalita comincerà dopo la sconfitta a Siena».

 

Fonte: Il Mattino

 

La Redazione

P.S.

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