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Leicester, Ranieri si confessa: “Mai parlato del titolo, per la Champions occorre un’altra squadra”

Il tecnico italiano è l'uomo del momento per l'impronosticabile vittoria in Premier League

È l’uomo del momento. Claudio Ranieri ha monopolizzato le copertine sportive eruopee e non per il “miracolo” Leicester in Premier League. Ecco uno stralcio dell’intervista rilasciata dal tecnico italiano ai microfoni di Fox Sports:Partita chiave della stagione? Una partita che mi ha fatto capire che ce l’avremo potuta fare è stata quella contro il Manchester City. Vincere in casa del City è stato qualcosa di diverso, soprattutto farlo in quella maniera. Non abbiamo mai parlato di Scudetto nello spogliatoio, ho detto ai ragazzi di giocare sempre partita dopo partita, di giocare da squadra perché gli altri sono più bravi di noi. Dicevo loro che dovevamo giocare in 11 veramente perché tutti pensano che in una squadra di calcio si giochi in 11 ma non è vero perché ogni partita due, tre giocatori te li perdi sempre. E invece io ho avuto la fortuna di avere ogni partita 11 giocatori più la panchina. Abbiamo sempre giocato in 14 e il nostro segreto è stata la continuità. Se devo fare una piccola critica alle grandi squadre è che non hanno avuto continuità, hanno avuto dei momenti bellissimi  ma poi si sono riperse. Noi invece siamo stati costanti tutto l’anno e la partita con il Manchester City è stata quella che ha dato la consapevolezza ai ragazzi che qualcosa di importante potesse succedere. Tormentone del  Dilly ding Dilly dong? Da sempre ho fatto il Dilly ding dily dong, già dai tempi del Cagliari. E’ una mia forma di dire ‘svegliatevi!’, quindi Dilly ding dilly dong è un segnale. I ragazzi capiscono che c’è qualcuno che sta dormendo. Lo usano anche i giocatori: durante l’allenamento se qualcuno non sta facendo bene un’esercitazione gli altri iniziano a fargli Dilly ding dilly dong, In pratica è una comunione alla quale partecipano tutti. Champions? Sarà battaglia, sarà una grande esperienza la Champions League, si bruceranno tantissime energie nervose. Avrò bisogno di una seconda squadra senza stravolgere le caratteristiche della mia squadra che è volta al sacrificio totale”.

 

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