Maurizio Beretta, presidente della Lega di Serie A, ha rilasciato un’intervista ai colleghi de Il Mattino. Ecco quanto selezionato dalla nostra redazione: “Abbiamo reso più sicuri gli stadi, adesso bisogna fare passi in avanti fuori dagli impianti. È questo tipo di sicurezza e di serenità anche lontano dai campi di gioco che dobbiamo assicurare con il sostegno delle forze dell’ordine. C’è un grande impegno culturale da affrontare. Sollecitazione del premier Renzi? ll suo è stato un intervento giusto e importante, che accogliamo con grande interesse, pronti come sempre alla massima condivisione e al massimo impegno. D’altra parte, le società hanno intrapreso da tempo un percorso per il contrasto alle minoranze violente, a tutela di un fenomeno di grande interesse come il calcio italiano. Il richiamo del presidente del Consiglio ci dà maggiore forza per proseguire nel lavoro che ci vede impegnati con le forze dell’ordine per allontanare le minoranze criminali, quelle che adoperano come alibi la passione sportiva. Bastano le regole attuali per limitare i violenti? Serve, non soltanto a livello sportivo, un sistema sanzionatorio molto determinato, che vada al di là del concetto di responsabilità oggettiva e punisca i singoli autori degli episodi di violenza. Questo affinché vi sia una marginalizzazione delle piccole realtà delinquenziali negli stadi e nelle zone circostanti, grazie al controllo degli impianti e del territorio. Poche società con impianti realmente attrezzati? È una questione molto importante perché il quadro cambia là dove ci sono stadi di proprietà dei club, o da essi gestiti. Avere un impianto aperto in tutti i giorni della settimana può modificare il quadro in maniera significativa perché questi diventano luoghi pulsanti in cui esprimere i valori del calcio e dell’aggregazione. Per favorire la costruzione di nuovi impianti è stata approvata due anni fa una legge che è molto ben fatta dal punto di vista delle procedure. Perché sia operativa va migliorato il capitolo delle compensazioni economiche per rendere sostenibile l’investimento. Si può fare senza un euro di denaro pubblico. il problema della sicurezza si risolve davvero vietando ai tifosi le trasferte? Per me è una sconfitta ogni volta che siamo costretti a introdurre, su indicazione dell’Osservatorio o delle prefetture, queste limitazioni: è la conferma che piccoli gruppi di violenti danneggiano la maggioranza perbene dei tifosi. Noi stiamo cercando di darci delle regole, sempre più stringenti. Penso all’inasprimento delle sanzioni per i cori razzisti o per i giocatori che si tolgono le maglie sotto curve, su ordine di gruppi della tifoseria. Ma la battaglia si vince anche con un modello culturale”.
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