È argentino, nazionale, il suo allenatore ai Mondiali in Sudafrica è stato Maradona. Conosce benissimo Lavezzi e ha una grande esperienza internazionale. Martin Demichelis, 32 anni, difensore possente e energico al punto giusto, un’enormità di partite alle spalle, con il Bayern Monaco perse la finale di Champions League nel 2010 contro l’Inter di Mourinho, quella sera la sfida tutta argentina la vinse Milito, l’uomo del match con la doppietta decisiva che regalò la coppa ai nerazzurri. Nel gennaio 2011 è passato al Malaga, ieri sera impegnato contro il Getafe, la squadra spagnola dello sceicco Al Thani che non ha badato a spese e l’argentino in panchina ha ritrovato da allenatore Pellegrini, il suo primo tecnico al River Plate, ex di Villarreal e Real Madrid.
A Malaga dopo gli anni di Bayern Monaco, i suoi obiettivi?
«Qui a Malaga, c’è un progetto importante: è arrivato lo sceicco e si punta in alto. Stiamo cominciando a crescere e vogliamo farlo ancora. Da parte nostra c’è il massimo impegno e la massima attenzione per raggiungere traguardi importanti».
L’argentino Lavezzi è l’idolo del San Paolo, ci parli del Pocho?
«Il Pocho Lavezzi è un giocatore di un livello altissimo, un attaccante in questo momento veramente al top mondiale. L’ultima volta che ci siamo visti in nazionale argentina mi ha sorpreso per la sua velocità che è davvero impressionante, fai fatica a prenderlo quando parte con la palla al piede. Il Napoli ha un grande attaccante, su questo non ci sono dubbi».
Da difensore esperto che ne pensa di Campagnaro e Fernadez, i due argentini del Napoli?
«Campagnaro gioca ormai da diversi anni in Italia, ci siamo incrociati poche volte in carriera. Contro la Svizzera è stato convocato in nazionale e vuol dire che lo merita, per lui sarà stata una grande soddisfazione: indossare la maglia della Seleccion dà una grande emozione, una gioia speciale. Fernandez è un difensore giovane che promette molto bene, ha qualità tecniche e margini di miglioramento».
Dagli argentini a un uruguaiano, Cavani: come giudica la straordinaria media gol del Matador?
«Cavani in questo momento, senza ombra di dubbio, è uno dei migliori attaccanti al mondo: sta segnando tantissimo con il Napoli, un attaccante moderno che partecipa molto anche al gioco di squadra».
Il Napoli finora è andato fortissimo in Champions, se l’aspettava?
«Il Napoli in Champions per me è stata una sorpresa, ma sul campo ha dimostrato di meritare tutto quello che si è conquistato con bellissime partite come ad esempio quella con il Manchetser City, una bellissima realtà a livello europeo».
Tra dieci giorni c’è il ritorno con il Chelsea, come finirà?
«Il Napoli ha un bel vantaggio per il 3-1 conquistato nella gara d’andata in casa anche se giocare a Londra non è mai facile per nessun avversario. Allo Stamford Bridge ci sarà da lottare e da soffrire».
Le sue favorite per la Champions?
«Barcellona e Real Madrid sono le squadre da battere, sono quelle meglio attrezzate, le più forti sotto tutti i punti di vista. Sono le mie favorite per la vittoria finale».
La finale si gioca all’Allianz Arena, come vede il suo ex Bayern Monaco?
«Il Bayern Monaco è un po’ come le squadre italiane, sembra che faccia fatica però alla fine arriva sempre in fondo. Difficilmente sbaglia gli appuntamenti importanti, ha perso il match di andata contro il Basilea ma ha sicuramente le possibilità per recuperare al ritorno e andare avanti. Ripeto le squadre tedesche sono come quelle italiane, non mollano mai, sono dure a morire».
Torniamo al Napoli, non solo Cavani e Lavezzi ma una squadra che gira alla perfezione.
«Conosco quasi tutti i calciatori del Napoli, oltre agli argentini. Molto sono nazionali, sono tanti i giocatori importanti. Del Napoli conosco quasi tutti i calciatori, anche se non ho avuto modo di vedere moltte partite, sicuramente il settore offensivo è quello migliore della squadra allenata da Mazzarri».
La lotta scudetto, chi vede favorito tra Milan e Juventus?
«Secondo me il Milan, credo che la squadra rossonera sia la favorita per il titolo di campione d’Italia».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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