Il centrocampista italo-brasiliano è stato letteralmente rigenerato dalla cura Sarri, uno che del possesso palla ha fatto molto di più di una semplice filosofia di vita. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni ai colleghi de Il Mattino:
Tutto merito di Sarri?
«Sicuramente glielo devo riconoscere, ma non devo ringraziare solo lui».
E chi altro?
«Ci sono anche i miei compagni che quotidianamente mi fanno sentire la loro fiducia e mi gratificano anche nei momenti più delicati di una partita».
Come allenatore sente di dover ringraziare qualcun altro?
«Devo ammettere che il primo ad aver creduto in me è stato Mandorlini, poi è arrivato Sarri che mi ha rigenerato, alleggerito e fatto sentire importante».
E Benitez?
«Con lui ho avuto un’avventura a fasi alterne».
Si spieghi.
«Ho cominciato bene, giocavamo un bel calcio. Poi nella seconda metà della stagione ha cambiato modo di approccio alla gara cercando maggiormente i lanci e delle seconde palle. Ho sofferto, ma non è un’accusa».
Con Sarri invece è cambiata la musica.
«Adesso il sistema di gioco ci è più familiare, ma soprattutto c’è gran feeling tra di noi».
Un lavoro collaudato in questi due anni.
«Il Napoli ha seminato bene nel tempo, ci portiamo dietro gli insegnamenti di due campionati giocati sempre da protagonisti».
Rispondete con sincronismi già noti.
«Questo è sicuramente il vantaggio di avere due anni di lavoro alle spalle con lo stesso allenatore».
Sembra che vi conosciate da sempre.
«Abbiamo la possibilità di fare quel che ci riesce meglio senza la necessità di dover imparare altro, di doversi ambientare. Questo è inevitabilmente un grandissimo vantaggio per tutti noi».
E lei si sente il leader di questo Napoli?
«Assolutamente sì e lo dico senza presunzione. Ma all’interno di questa squadra ognuno di noi lo è, perché ci sentiamo importanti tutti».
Nel cocktail perfetto, qual è l’ingrediente segreto messo da Jorginho?
«L’allegria. Sono uno che pensa positivo e cerco di essere d’aiuto per tutti».
Magari anche con un rito scaramantico?
«Ogni partita comincia con un rito personale: un saluto per chi scende in campo con me. È un tentativo di caricarsi».
Il suo trampolino è stato il Verona che affronterà con la maglia del Napoli alla prima di campionato.
«Verona è una città che mi ha dato tanto, mi ha accolto quando sono arrivato, mi dato tanto affetto e altrettanto calore».
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