Allora Iodice, soddisfatto? «Sarei bugiardo se dicessi di no», risponde l’ex direttore generale dell’Ischia.
È solo l’inizio?
«Spero. La magistratura è in possesso di altre registrazioni che potrebbero provocare nuovi scossoni».
Di che tipo?
«Non aggiungo altro per non intralciare le indagini della Procura. Però gli argomenti sono sempre gli stessi».
Lei ha creato un bel casino. Chi glielo ha fatto fare?
«La colpa è della troppa omertà che regna nel mondo del calcio».
Denunciando Lotito ha denunciato in pratica l’intera Federcalcio.
«Attenzione, io non ho denunciato nessuno: ho soltanto messo a disposizione delle registrazioni dalle quali si evince in maniera inequivocabile il modo di fare di un consigliere federale».
Si sente il paladino di un nuovo calcio?
«No, sono un dirigente che non resisteva più a certe vessazioni e che non sopportava che la democrazia venisse sistematicamente calpestata».
Lavora ancora per l’Ischia?
«No, ho presentato le dimissioni. Ma questa storia non c’entra. Con la salvezza conquistata sul campo si è concluso il mio ciclo».
E adesso cosa farà?
«Spero nella chiamata di qualche altro club. Non sarà facile».
Perché?
«Questo mondo è particolarmente omertoso. E se qualcuno ti attacca addosso una brutta etichetta, è difficile riposizionarsi».
Lotito ha detto che trasformerà gli accusatori in accusati.
«Vediamo, sono qui che aspetto. L’azione della magistratura non è partita solo dalle mie registrazioni, evidentemente ha tra le mani materiale a sufficienza per procedere oltre. Fino a prova contraria la Procura è andata a casa di altri, non da me».
Alla fine ha attirato il presidente della Lazio in un tranello con quella registrazione.
«Lui è uno che comanda nel Palazzo, io un signor nessuno. Non avendo mezzi a disposizione per combatterlo, mi sono organizzato diversamente. Ho sbagliato la forma, lo so. Ma il problema è la sostanza, cioè i suoi metodi. Fa il prepotente, vessa la gente, detta le condizioni ai club, vuole mangiarsi il calcio».
Perché mai nessuno si è ribellato?
«Nel pianeta calcio si vive di alleanze, di favori, di accordi. Molti non si oppongono perché fa comodo salvare il proprio orticello, altri hanno paura delle ritorsioni. Io non temo nessuno».
Lotito, intanto, resta al suo posto.
«Se avesse un minimo di dignità dovrebbe farsi da parte. Mi auguro che sparisca in fretta».
Si sente solo?
«No,sono stato affiancato e incoraggiato ad andare avanti dalle altre società che contestano la gestione Macalli. Oggi la Lega Pro è spaccata in due: trenta appoggiano l’attuale “governance”, altre trenta la combattono e da tempo chiedono nuove elezioni».
Si sente tranquillo?
«Sì perché ho fatto la cosa più giusta».
Fonte: Il Mattino
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