Chiamatelo predestinato. Roberto Stellone è il nuovo che avanza, uno degli allenatori più preparati. E il suo Frosinone fin qui ha sorpreso tutti. “Stiamo andando al di là delle aspettative iniziali. Eravamo partiti con l’obiettivo di mantenere la categoria e valorizzare i giovani, mancano undici partite e abbiamo la possibilità di lottare per altri obiettivi”, dice Stellone a TuttoMercatoWeb.
Insomma, questo Frosinone crede nella A.
“Siamo a quattro punti dal secondo posto e in piena zona playoff. Ma mi aspetto che squadre come Bari e Perugia possano risalire per rientrare nelle prime otto”.
Lei è una delle piacevoli sorprese di questa serie B.
“Alleno da tre anni, è il primo anno di serie B. Sono un debuttante in questa categoria e potevo essere un’incognita, stiamo facendo un buon lavoro e dobbiamo continuare così. C’è una bella differenza tra arrivare noni, settimi e terzi”.
Stasera sfidate il Varese. Tutto facile, sulla carta.
“In serie B la classifica conta poco. Contano l’equilibrio e tante situazioni. Stasera dobbiamo sfatare il tabù che contro le piccole non facciamo vedere ciò che facciamo vedere contro le grandi. Giochiamo di lunedì, quindi sappiamo già i risultati delle altre. Sarà una partita importante, dobbiamo riprenderci i punti che abbiamo lasciato contro l’Entella. Ma il Varese farà la partita della vita anche se ha assenze importanti. Ma qualche assenza ce l’abbiamo anche noi”.
E lei, il prossimo anno, dove si vede?
“Sarà una frase banale, ma sono concentrato sulla partita e sul finale di campionato. Non penso al mio futuro”.
Si sente pronto per la serie A?
“Quando un ragazzo inizia a giocare a pallone sogna la serie A. Lo stesso vale da allenatore. E il mio sogno è allenare in serie A, quando ci arriverò qualcuno avrà visto delle qualità in me. Mi sento pronto, ma non penso a questo, davvero. Per il futuro ci spero, ma l’obiettivo è fare bene in queste partite per sognare: vincere il campionato o arrivare in una zona importante nei playoff”.
Il suo modello?
“Mi piace molto Conte. È il più bravo”.
Una squadra dei sogni, per il futuro?
“Nessuna in particolare. Ho giocato in piazze importanti: Genoa, Torino, Napoli… un giorno mi piacerebbe tornarci da allenatore. Lì ho lasciato dei ricordi e vinto tre campionati. So cosa vuol dire giocare lì e vorrei provare le stesse emozioni da allenatore”.
Da ex: il Parma è fallito. Un dramma sportivo evitabile.
“Peccato. Parma è una città importante. Quando ero al Parma c’era una squadra che aveva vinto tutto. Poi sappiamo cosa è successo. Negli ultimi dieci anni è la seconda volta che succede qualcosa a Parma. Dispiace. Evidentemente sono stati commessi degli errori, pesanti, gravi”.
Fonte: TMW
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