Una vera “capa tosta” napoletana si vede nelle difficoltà. E che Ciro Immobile, napoletano verace, sia in difficoltà nella sua nuova esperienza tedesca, in quel di Dortmund, non ci sono purtroppo dubbi. Ci si è messa anche l’influenza, negli ultimi dieci giorni, a debilitarlo ancor di più soprattutto dal punto di vista psicologico. La febbre rischia di fargli saltare la sfida di Coppa a Torino con la Juve, martedì prossimo: un appuntamento cui tiene moltissimo per tante e ovvie ragioni. In Champions, peraltro, Immobile ha vissuto i momenti migliori di questa sua finora disgraziata stagione col Borussia: qui, al suo esordio nella manifestazione europea più importante, ha segnato 4 degli 8 gol complessivi realizzati finora, 3 dei quali in campionato. Troppo pochi per un centravanti pagato in estate 18 milioni e mezzo di euro e atteso al varco di una critica tedesca che fin dal primo giorno non gli ha perdonato niente.
I TEDESCHI SONO FREDDI — Ciro è stato preso dal Borussia Dortmund per sostituire Lewandowski, che da queste parti è idolatrato una specie di divinità, e a nulla vale rammentare che il polacco, nella sua prima stagione col BVB segnò 7 gol appena in 33 partite di Bundesliga: “La gente ricorda quello che vuole ricordare, e quasi sempre le cose più recenti. Lewandowski, dopo quella prima stagione, qui ha segnato e vinto tanto, e ha lasciato un buon ricordo. Chissà se a me verrà data la stessa opportunità”, dice un Immobile disilluso ma non sconfitto. Lo abbiamo incontrato a SportWeek in edicola domani con un servizio di copertina a lui dedicato. Ciro ha raccontato l’impatto con la Germania e i tedeschi (“Sono freddi, non c’è niente da fare. In 8 mesi che sono qua, nessun compagno di squadra mi ha mai invitato a casa sua a cena”), la diffidenza della critica (“La Bild mi massacra, forse perché è un giornale di Monaco e non perde occasione per sparare a zero contro il Borussia”), ma anche del rapporto col suo allenatore Klopp (“Non è vero, come dicono qui, che non mi aiuta: mi parla tanto, mi incoraggia, soffre con me”), della situazione difficile della squadra, in piena zona retrocessione: “Dopo la vittoria al Mondiale qualcuno si è distratto un po’ troppo. Il problema è che in partita fatichiamo a riprodurre le cose buone che facciamo in allenamento. Certo i problemi della squadra rendono più complicato il mio inserimento. Ho preso una strada e voglio percorrerla fino in fondo. Rifarei questa scelta. Mi sento all’altezza del Borussia Dortmund”.
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