NAPOLI – Il Nostradamus in versione riveduta e corretta, senza barba ma con pizzetto, l’aveva predetto in un giorno afoso della sua prima estate tinta d’azzurro: «Callejon può arrivare a 20 gol». Rafa dixit, 20 luglio 2013: ci siamo quasi. Con i due graffi d’autore di ieri, in Coppa Italia, José Maria detto Calleti o Chulo, come amava chiamarlo il suo grande amico Sergio Ramos, è arrivato a quota 12 reti. Una meno di Higuain, professione centravanti. Implacabile, il centrocampista spagnolo che non si ferma mai; spettacolare tiratore scelto di precisione e tecnica altissime. Un torero, spada e inchino: San Paolo in delirio e tanti applausi a lui. Meritati, legittimi, sacrosanti. Come le
aspirazioni: «Lotteremo su tutti i fronti: vogliamo vincere qualcosa». Subito? «Certo». Che domande. Olè.
IL REPERTORIO – E allora, l’attaccante che in molti non s’aspettavano: perché se è vero che era un pupillo di Mou, lo è altrettanto che spesso si parla molto di certi giocatori più star, e meno di altri che meriterebbero copertine e titoli. Come lui, Callejon, decisamente tra i migliori della stagione del Napoli per rendimento e continuità. Ecco, è l’andatura da marciatore keniota a fare la differenza: non si ferma mai. E ogni volta il repertorio diventa più variegato: l’esecuzione al volo dell’1-1 è di bellezza rara; l’inserimento del 3-1 finale, beh, un movimento da autentico furbone. Anzi, da giocatore di intelligenza superiore: «Sto bene. Sì, mi sento bene». E si vede: certe cose, tipo la saetta del pareggio, riescono quando l’armonia testa-corpo è perfetta. «Qui sento la fiducia».
OBIETTIVO VITTORIA – Un ironman, José Maria. Non si ferma mai, neanche per un rifornimento: 26 le partite messe in fila finora in questa stagione tra campionato (19); Champions (6); Coppa Italia. Una coppa nuova, magari meno fascinosa in senso assoluto, ma non per questo da sottovalutare: «Teniamo molto a questa competizione, non abbiamo alcuna intenzione di lasciare neanche le briciole per strada». Mentalità extravincente. «La partita con l’Atalanta era troppo importante, per fortuna siamo riusciti a passare il turno: vogliamo arrivare fino in fondo». E ovviamente provare anche mettere in archivio il primo successo dell’era Benitez. Della (pacifica) dominazione spagnola. «Lavoriamo per questo ogni giorno: per arrivare quanto più lontano possibile sia in campionato, sia in Europa e in Coppa Italia. Lotteremo su tutti i fronti senza sosta. E ci crediamo».
SCUDETTO? POSSIBILE – I complimenti per il primo gol, nel frattempo, fioccano: «Ripeto, nel Napoli sento la fiducia dei miei compagni e dell’allenatore. E io stesso ne ho tanta nei loro confronti». Lavorare così è tutta un’altra cosa, vero? «Sono felice». Lo è anche Benitez, il Nostradamus estivo che aveva predetto una ventina di gol: andando di questo passo, e considerando anche il rientro di Hamsik, magari la Juve potrebbe anche diventare lontana. Magari, chissà: «Vogliamo migliorare ancora, questo è fuori discussione. Lo scudetto? Beh, il campionato è ancora lungo: possiamo tornare in corsa, ma ovviamente dobbiamo lavorare ancora di più». Il segreto è non porsi limiti, sgobbare e non fermarsi mai. Metodo-Callejon. «Così andremo lontano».
Fonte: Corriere dello Sport
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