rancesco Sinatti, preparatore atletico del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista a L’Adige.
Come ha trovato i giocatori? «Pronti e preparati fin dal primo giorno del raduno a Castelvolturno, segno che nella pausa si sono allenati individualmente».
Il ruolo del preparatore atletico è fondamentale nella prima parte della preparazione. «Sì, diciamo che in questa fase il 60% è lavoro atletico e il 40% con la palla, mentre durante la stagione agonistica si passa a un rapporto di 20-80%. Ma rispetto al passato non c’è più una vera fase iniziale e durante tutto l’anno si lavora sempre anche sul piano atletico per non avere né picchi né cali clamorosi di forma».
Differenze tra Napoli ed Empoli? «È un salto enorme, sotto tutti i punti di vista. In più qui si deve tener conto della partecipazione a tre competizioni. Il fatto però di avere una rosa competitiva ci può aiutare, dovremo essere bravi a gestire le risorse».
Lei punta molto sull’allenamento personalizzato. «Bisogna adattare il lavoro in funzione delle caratteristiche dei giocatori. Sarebbe stupido portare avanti un’unica idea indipendentemente da chi trovi di fronte. Sul piano fisico andiamo quindi ad agire sulle caratteristiche del singolo, su quello tecnico tattico le sedute vengono organizzate in base ai ruoli in modo da contestualizzare l’allenamento su quanto poi il giocatore andrà a fare in partita. E anche la dieta è personalizzata: per questo ogni mattina, anche qui a Dimaro, pesiamo tutti i giocatori a digiuno».
Stanno suscitando curiosità e simpatia i bagni nel torrente Noce a fine allenamento «La crioterapia è fondamentale. A fronte di una frequenza alta di allenamenti è indispensabile, a fine di ogni seduta, accelerare il processo di recupero. E l’acqua del torrente, con i suoi 10-12 gradi, è un buon mezzo. Poi qui aiuta tanto anche l’aspetto paesaggistico: siamo in un paese bellissimo e credo sia anche un piacere per i giocatori mettere le gambe in acqua».
A fine giornata quanti chilometri hanno fatto i giocatori? «Meno di 12-13 non ne fanno. Ma noi prendiamo in considerazione anche altri parametri, come la distanze percorse ad alta velocità o ad alta accelerazione. Con il gps riusciamo a quantificare anche quanto lavoro si svolge con la palla, mentre con la preparazione atletica lo sappiamo già prima in considerazione delle serie e delle ripetizioni programmate».
Chi è il giocatore del Napoli più veloce di tutti? «Non mi piace fare nomi. Posso però dire che c’è grandissima omogeneità, non ci sono grandi differenze tra uno e altro e questo mi ha sorpreso. Poi, è naturale, ci sono atleti particolarmente dotati non solo per lo spunto veloce ma anche quanto a resistenza e forza».
Ma quanto impiegherebbero a correre i 100 metri? «È una distanza anomala per i calciatori perché in partita non la coprono mai alla massima velocità. Noi le valutazioni le facciamo sulle accelerazioni sui 5-10, massimo 20 metri. Ma ci potrebbe essere qualcuno in grado di percorrerli in meno di 11 secondi».
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