Luigi Di Biagio, allenatore dell’ Italia Under 21, a margine della conferenza stampa di presentazione del test degli azzurrini controla Serbia in programma a Benevento lunedì 30 marzo, esalta la mentalità della squadra di Benitez, attesa domani sera dalla sfida con l’ Inter, una delle compagini in cui ha giocato da centrocampista.
Ma cosa manca al Napoli per essere da scudetto?
«Il Napoli deve trovare la continuità necessaria per lottare per traguardi importanti. Quest’ anno, dopo aver vinto la Supercoppa, comunque, potrà andare fino in fondo in Europa League e Coppa Italia».
Il secondo posto è un obiettivo alla portata degli azzurri?
«La squadra ha le potenzialità per farcela ma non sarà semplice perché la Roma si sta riprendendo. Benitez deve continuare a puntarci con la consapevolezza di avere davanti una grande squadra».
Ritiene chiuso il discorso scudetto?
«È dura prendere la Juventus, ha un equilibrio e costanza tali che per la Roma è difficile recuperare 9 punti».
Lei ha parlato di continuità. Va letta in questa ottica l’ operazione Gabbiadini?
«Ritengo di sì. È stato acquistato un grande calciatore, in grado di giocare in tanti modi diversi. Tra l’ altro, è migliorato molto a livello di rendimento. Con Higuain forma una delle coppie più prolifiche. È stato un innesto fondamentale anche per il futuro».
Il Napoli nel posticipo domenicale sfida l’ Inter. Che partita sarà?
«Spettacolare. Si affronteranno due squadre in crescita che giocano sempre per vincere. È la classica partita da tripla. Gli spettatori si divertiranno».
Ci racconti un aneddoto su tutti delle sue sfide in maglia nerazzurra contro il Napoli.
«Il gol che ci portò in vantaggio. Era l’ ottobre del 2000. Segnai in avvio (al 9′, ndr), poi segnarono Blanc e Zamorano (per gli azzurri autorete di Seedorf, ndr).Un po’ mi dispiacque per Zeman, il mio maestro».
In campo dovrebbero scendere appena quattro italiani. Pochi, non trova?
«Non è più una novità. I dati sono deprimenti anche per i titolari, non solo per gli under 21. Le statistiche lo dicono da tempo, non è un problema di Napoli e Inter».
Qual è lo stato di salute dei vivai dei club di A e B? Spesso i giovani non trovano spazio nei loro club. Ciò condiziona le sue scelte?
«È un problema vecchio. È evidente che lo scarso minutaggio e la poca esperienza finisce con il penalizzarci. Ma contro Belgio e Serbia siamo stati bravissimi a imporci su squadre nei cui campionati il rapporto è di uno a cinque».
E il settore giovanile del Napoli? Come sta operando la dirigenza?
«A Napoli si sta lavorando molto bene. Basti guardare i risultati e il bel gioco della Primavera di Saurini. Certo qualche giovane speranza in passato non è riuscita a confermarsi ad alti livelli ma spesso escono ottimi calciatori».
Passiamo ai problemi. Come va sconfitto il razzismo?
«È assurdo che nel 2015 se ne debba ancora parlare. A mio avviso non si dovrebbe dare spazio a certi episodi deplorevoli».
E la violenza? Il presidente del Napoli, Aurelio De Luarentüs, ha lanciato un messaggio chiaro al ministro Alfano. «Se non applica la legge inglese, lo stadio non lo faccio», ha detto. Insomma il Daspo è una misura superata, il fenomeno va combattuto con fermezza. Cosa ne pensa?
«È da vent’ anni che si parla di arresti e del modello inglese. Non mi intendo di leggi ma ritengo che quella sia la strada da seguire».
Il Mattino
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