Otto anni e quattro mesi, Gianluca Grava entrò nel Napoli che giocava in serie C1 alla sua maniera. In punta di piedi. Mai avrebbe immaginato di poter affrontare, a distanza di qualche stagione, Ronaldinho e rovinargli la serata in una sfida con il Milan. Trentasei anni, il difensore casertano, figlio d’arte (suo padre Adriano ha giocato nella squadra rossoblù), è all’ultimo atto di una carriera cominciata tra Casertana e Turris e conclusa a Napoli, indossando la maglia azzurra anche in partite di Champions League. In questa stagione una sola presenza, per un totale di novantasei minuti, contro il Catania il 2 febbraio. Ma Grava, simbolo per la tifoseria azzurra ancor prima di un gravissimo infortunio nel gennaio 2011, non si lamenta.
Spiega in un’intervista al mensile «Il calciatore» pubblicato dall’Assocalciatori: «Ho sempre tanta voglia di calcio e cerco di allenarmi sempre bene e a questo proposito mi fanno piacere i complimenti di mister Mazzarri che continua a vedermi e ad apprezzare come io sia ancora lì, sul campo. Lui spesso ricorda al gruppo che è il capitano è Paolo Cannavaro, ma vi sono altre persone che meritano di essere seguite e io sono una di quelle».
Grava ricorda l’incubo vissuto per un mese con il capitano Paolo Cannavaro, quando venne fermato dalla Disciplinare per sei mesi perché non denunciò la presunta proposta di combine dell’ex compagno Gianello, pena annullata dalla Corte federale. «È stato tutto molto brutto. Si sentiva parlare di questa possibile squalifica, ma non ci credevo, non pensavo fosse possibile. È stato un mese duro, difficile, è stato un incubo. Se è tutto come prima adesso? Cerco di guardare al presente. Certo non mi andava dopo una carriera di sacrifici e serietà avere addosso una cosa così. Me la sono fatta scivolare via, anzi è una carica in più per fare ancora meglio sul campo. È vero, gioco pochissimo, anzi quasi mai ma devo dire che le partite comunque le sento, l’avverto sempre quella particolare tensione».
Il 30 giugno scade il contratto con il Napoli. Grava non vorrebbe uscire dalla grande famiglia di Castelvolturno. «Mi piacerebbe dare una mano ai giovani. Sì, mi piacerebbe restare in qualche modo nel Napoli: la società in questi anni mi ha dato molto e anch’io spero di aver fatto la mia parte nei confronti del club». È l’ultimo azzurro che è partito dalla C1 ed è arrivato in Champions.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro