La storia vista dalla Storia. Da un signore mitico di 60 anni che, più o meno 25 anni fa, l’ha sognata, scritta e vissuta insieme con altri signori che, da queste parti, e non solo, sono leggende viventi. Il Napoli è pronto, e la testa e le parole di tutti i protagonisti di oggi sono ubriache di Champions.
«Li capisco: l’adrenalina è a mille». Ai suoi tempi, Giuseppe Bruscolotti detto Peppe ha annusato le stesse emozioni. E in palio, oggi come ieri, c’è la storia: perché la squadra di Lavezzi potrebbe, come minimo, eguagliare quella di Maradona del 1990-1991 in termini di traguardo in Coppa: gli ottavi di finale. Fermo restando tutte le differenze di sorta: ieri era Coppa dei Campioni e oggi Champions; ieri prima degli ottavi c’erano i sedicesimi e oggi un girone da quattro squadre e sei partite, con avversari degni di una finale (vedi City e Bayern). Però è così, bisogna adeguarsi.
E allora, pronti a mettersi accanto a Diego?
«Sì, ma con cautela».
Scaramanzie a go-go, certo, Bruscolotti: suggerimenti?
«I vecchi metodi, diciamo quelli personali, sono sempre i più efficaci. Sono convinto che tutti i napoletani e i giocatori stiano già provvedendo da un po’».
Sa che De Sanctis ha fatto stampare sull’orlo della sua maglia un corno e altri simboli anti-jella?
«Ah si? Ogni tanto viene a mangiare da me, glielo chiederò».
Lei che di storia ne ha mangiata un bel po’, crede che sia giusto definire storica la partita con il Villarreal?
«Sì, direi di sì. Tutti ci auguriamo di poter festeggiare quest’impresa, soprattutto per il tipo di girone affrontato. Difficilissimo. Più che impegnativo».
Ci credeva dopo il sorteggio di agosto?
«Io sono realista e abituato a non parlare mai prima».
Dicevamo, l’impresa storica.
«Sarebbe storica, certo, anche se è assolutamente vietato sottovalutare il Villarreal: vinciamo e poi brindiamo. Altrimenti resterebbe una passeggiata magnifica ma inutile».
Sempre efficace, lei, Bruscolotti.
«Sono un uomo pratico. E ho giocato per tanti anni: non bisogna considerare i pessimi risultati del Villarreal né pensare che siano già morti: certe squadre nascondono insidie e veleni quando non hanno nulla da perdere».
Qual è la chiave giusta?
«Mazzarri prepara le partite in modo eccezionale, ma credo che non bisognerà attenderli e contenere, bensì attaccare sin dall’inizio e chiudere la pratica».
Ora c’è anche il quarto tenore: Pandev. Lo farebbe giocare?
«Ripeto, Mazzarri conosce equilibri e sistemi di gioco della sua squadra, soltanto lui può sapere chi sta meglio. fatto sta che recuperare uno bravo come Pandev, fino a poche settimane nel dimenticatoio, è fondamentale per il futuro».
Il passato, invece, racconta di una Spagna proibita.
«Nel 1987 perdemmo con il Real, e io c’ero, e l’anno scorso fu proprio il Villarreal a eliminarci in Europa League: due motivi in più per vincere. Vendicatemi e vendicatevi!».
Nel ’90’-’91, invece, la corsa finì agli ottavi: fu lo Spartak Mosca a buttare fuori i suoi ex compagni. Quale delle due formule ritiene più agevole?
«Quella della Champions attuale, perché ti dà più chance rispetto alla partita secca del passato».
Chi sarà l’uomo decisivo?
«Lavezzi sta meravigliosamente bene, Cavani è tornato a segnare? e allora mi aspetto la rinascita di Hamsik. Se vincono offro ai tre tenori la cena nel mio ristorante!».
Il capitano, Cannavaro, le ricorda qualcuno?
«Intende me? Beh, dal punto di vista delle emozioni mi ci ritrovo e sono felice per lui: napoletano, capitano e bandiera della squadra del cuore».
Claudia Villafane, la ex moglie di Maradona, è stata al San Paolo con Gianinna per la partita con il City: l’ha vista?
«Sì, con mia moglie siamo andati a trovarla in albergo. Diego è felice per il Napoli e commosso per l’affetto della gente. Mercoledì tiferà anche lui. Come tutti noi».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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