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Gigi Buffon: «Giusto non giocare il calcio si faccia da parte»

Non fosse Gigi Buffon, capitano della nazionale a sole due presenze da Dino Zoff e dotato di discreto tasso di coscienza civica, il suo appello parrebbe persino troppo pretenzioso visti i tempi. La richiesta di qualche sacrificio per il bene dell’Italia, fatta alle società, arriva dall’aula magna di Coverciano; e la mozione merita il massimo dei voti. Innanzitutto le questioni nazionali dove il calcio è marginale e non al centro delle decisioni, ovvero il rinvio di Napoli-Juve per il maltempo e le emergenze e le polemiche di piccolo cabotaggio.

“Sono sincero”

dice dal ritiro della Nazionale il portiere juventino Buffon

“ero a Napoli e a mezzogiorno e mezzo era impensabile giocare. Poi siamo partiti alle cinque e sembrava impossibile non giocare. Ma decisioni del genere si prendono molto prima, i tifosi si muovono in anticipo. Di fronte ad un evento così imponente, a temporali che ci mettono in ginocchio, a sette morti, il calcio deve avere l’umiltà di mettersi da parte. Poi – la conclusione di Buffon – si possono creare ad arte delle polemiche sulle comunicazioni di questa decisione o su altre procedure..”.

A ruota ecco aanalizzati e respinti al mittente i malumori sulle convocazioni in Nazionale.

“Non è vero che del club Italia non interessa a nessuno”

dice rispondendo ai mugugni di Milan e Juve .

“Piuttosto, non frega delle amichevoli: poi però a tutti piace avere un giocatore convocato per Europei o Mondiali, e fa comodo un attaccante che in quei tornei segna 5 gol. Ma da nulla non nasce nulla, non si può avere moglie ubriaca e botte piena: i club su qualcosa devono cedere”.

Dopo la polemica di Galliani per la chiamata di Abate e i mugugni Juve per i troppi bianconeri chiamati per le amichevoli contro Polonia e Uruguay, sono parole assai gradite a Cesare Prandelli, impegnato nel braccio di ferro per avere qualche giorno in più di preparazione di qui all’Europeo di giugno. E condivise dai tanti azzurri che in queste ore a Coverciano non hanno nascosto che per loro la parola «tappabuchi» in nazionale non esiste, da Abate a Ogbonna, passando per veterani come Pirlo.

“Ciascuno tira l’acqua al suo mulino, ma sono certo che Abate sia più felice di esser stato chiamato di quanto non dispiaccia a qualcun altro. Troppi juventini in azzurro? Capisco Conte”

la diplomatica difesa di Buffon

“è ambizioso, sta lavorando a un progetto nuovo, dispiace dover interrompere un lavoro per 10 giorni. Ma è un premio al suo lavoro e a quello della società per come ha pescato sul mercato. Quando era giocatore, se arrivava la chiamata della nazionale, lui volava…”.

Stop dunque alle polemiche, meglio rimboccarsi le maniche.
In fondo, solo un anno alla nazionale si chiedeva di farsi portabandiera del rinnovamento calcistico. A tutti, Buffon ora chiede di riconoscerne i meriti:

«Prandelli ci ha insegnato un nuovo modo di proporre calcio»,

ricorda. E pazienza se ora si dovrà ricominciare, senza Cassano e Rossi.

«L’esuberanza e la pazzia di Antonio nello spogliatoio già ci mancano»,

ammette il portiere prima di rivelare un episodio:

«L’ho chiamato in ospedale per sapere se gli erano arrivati i fiori inviati da mia moglie: ‘ma quelli si mandano ai morti…’, è stata la sua battuta. Quanto a me – la conclusione – gli ho detto che con l’ombrellino non avrà problemi con la pioggia».

Scherzi e sorrisi, per sdrammatizzare. Questo mancherà al ritiro azzurro, perchè in questo Fantantonio è unico più che nelle giocate. Dietro di lui e dietro Rossi, assicura Buffon, le alternative ci sono.

 

La Redazione

A.S.

Fonte: Il Mattino

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