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Gianni Petrucci: «Il Napoli è un modello per tutti»

È il padrone di casa. «Non sarebbe bastato uno stadio da duecentomila posti per la finale di Coppa Italia, non ci sarà un biglietto disponibile: non accadeva dalla finale di Champions League 2009 tra Barcellona e Manchester United». Gianni Petrucci è il presidente del Coni, il suo ufficio dà le spalle allo stadio Olimpico dove domenica c’è la sfida Juventus-Napoli. «Un grande evento che non creerà problemi», assicura il capo dello sport italiano in questa intervista al Mattino. «Sarà una grande festa perché Roma sa organizzare e ospitare eventi di questo livello», puntualizza.

Ventisette marzo, Petrucci dice alla Juve e al Napoli: «La finale giocatela in un altro stadio».

Le società pensavano di sfidarsi a Milano.«Ero un po’ risentito, sembrava che ci facessero un piacere a giocare a Roma la finale dedicata al presidente della Repubblica… Parlai con Agnelli e De Laurentiis, alla fine è prevalso il buonsenso».

C’è preoccupazione per l’invasione di trentamila napoletani e trentamila juventini all’Olimpico. E potrebbero arrivare tifosi senza biglietti«C’è un ottimo capo della Polizia, il prefetto e il questore di Roma sono eccellenti. La città ha sempre garantito organizzazione, tranquillità e sicurezza, a cominciare dal Giubileo. Un anno fa c’era mezza Palermo per la finale contro l’Inter: tanto entusiasmo e tanto colore, sarà così anche domenica. Ci sarà il record degli ascolti televisivi, oltre che quello di presenze all’Olimpico».

In questi anni lei ha assistito all’ascesa del Napoli. «È una fortuna quando si trova un grande imprenditore e una persona capace come De Laurentiis. Il modello Napoli è vincente non solo in Italia, ma in Europa. Sotto l’aspetto dei bilanci è un esempio per i club della Premier League, che hanno un forte indebitamento, ma anche per Real Madrid e Barcellona. Nel calcio si pensa soltanto a vincere, invece bisogna essere bravi anche con i conti. De Laurentiis è intelligente e ha portato idee nuove, che saranno condivise più in là: ogni cosa ha i suoi tempi».
Il Napoli parteciperà a una coppa europea per il terzo anno consecutivo. «L’Europa League è una competizione prestigiosa. Il Napoli tiene i conti a posto e riesce a vincere: è un grande motivo di orgoglio».
L’altra finalista è la Juve, che è tornata a vincere lo scudetto e reclama la terza stella. «Mi limito a dire che rispetto le regole e l’autonomia della Federcalcio. È stata premiata domenica una società che ha vissuto momenti difficilissimi, superati grazie a famiglie solide come quelle degli Elkann e degli Agnelli. Tutti si sono dispiaciuti per l’addio di Del Piero, pochi hanno sottolineato il coraggio avuto da Andrea Agnelli che ha annunciato ad inizio stagione che il rapporto si sarebbe interrotto. Gli aspetti affettivi sono importanti, specie se riguardano un simbolo calcistico nazionale, però Agnelli ha badato al futuro e all’aspetto economico».
Sabato 26 sarà a Napoli per consegnare a Mazzarri il Premio Bearzot. «Lo seguo da quando allenava la Reggina, negli anni di Napoli l’ho ammirato per i risultati e per l’energia che riesce a trasmettere ai giocatori, spingendoli a credere nel risultato fino al fischio dell’arbitro. Ha la filosofia del tecnico di basket, sport che io amo molto».
Lo vedrebbe sulla panchina della Nazionale? «Stimo troppo Prandelli e credo che l’Italia sia la squadra da battere agli Europei grazie a un ct e a un gruppo che non esprimono esclusivamente valori tecnici: non c’è un raduno della Nazionale che non veda la Federcalcio impegnata in una iniziativa sociale».
A Napoli sono state poste le basi per un nuovo stadio da 700 milioni. Ma a che punto è la legge sulla privatizzazione? «Non costerebbe nulla e darebbe grande impulso alle società. Auspico tempi brevi, mi auguro che prima della chiusura estiva delle camere possa essere tagliato il traguardo. A proposito di impianti vorrei lanciare un appello al sindaco di Napoli».
Prego, presidente. «Da pochi giorni sono sindaco di un piccolo comune, ma anzitutto come uomo di sport conosco le difficoltà dei comuni: io e il segretario generale Pagnozzi siamo costantemente al lavoro su questo fronte. Vorrei ricordare al sindaco de Magistris che non basta avere una squadra di vertice come il Napoli, bisogna incentivare gli altri sport e per farlo occorrono gli impianti. Napoli ha avuto grandi squadre e grandi dirigenti, come Carlo de Gaudio. Ha una tradizione nel basket, ma da anni non ha più il Palasport. Eppure, gli atleti sono ai vertici: la Campania è al momento la terza regione per numero di qualificati ai Giochi dopo Lombardia e Lazio. La cultura sportiva è viva e forte, ma va incentivata».
Si avvicinano i processi per lo scandalo scommesse: tanti club e tanti tesserati coinvolti, non può esserci il rischio di un colpo di spugna? «Impossibile. Proprio perché sono coinvolti numerosi tesserati e club vi sarà una giustizia seria che farà processi giusti e concederà difese legittime. Siamo reduci da una domenica bellissima e romantica per l’addio di Del Piero e altri campioni, adesso da responsabile dello sport sono in attesa di sviluppi sul fronte giudiziario, certo del buon lavoro della Federcalcio».
Cosa farà l’Italia alle Olimpiadi? «Mi aspetto che non deluda. Abbiamo avuto un numero minore di atleti rispetto a Pechino 2008, ma non per una questione economica, perché lo Stato ci ha comunque assicurato sostegno: ci sono stati problemi nella fase di qualificazione».
Qual è il suo atleta campano preferito? «Rosolino. Ha personalità e talento, tuttavia non si atteggia e non è mai sopra le righe. Ma anzitutto Napoli e la Campania sono nel mio cuore».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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