L’Atalanta è l’unica ad aver battuto gli azzurri nelle ultime 28 partite di serie A. A colpi di risultati, Gasperini ha regalato ai bergamaschi l’Europa che mancava dai bei tempi di Mondonico. La vera forza è la qualità e solidità del gioco. Ecco uno stralcio delle dichiarazioni del tecnico nerazzurro ai colleghi de Il Mattino:
Gasperini, visto il Napoli contro il Nizza?
«Lo hanno visto tutti. Ha dominato, ha dato spettacolo contro un avversario per nulla malleabile. Ma è stata la prova degli azzurri a rendere il preliminare una passeggiata. Il Napoli è una grande squadra».
Preoccupato?
«Non si vedono in giro tante belle realtà come quella azzurra, non sono tante le squadre solide come il Napoli che aggrediscono gli avversari con continuità e che non rinunciano mai al gioco».
Cosa teme di più della partita di domenica?
«Affronto una squadra in forma. Una squadre che da mesi ha un rendimento straordinario, che ha fatto più punti di tutti nel girone di ritorno e che ha iniziato la stagione esattamente come l’ha conclusa. Non so neppure quando ha perso l’ultima volta».
È diverso il Napoli di quest’anno rispetto a quello dello scorso campionato?
«È assai simile a quello del girone di ritorno. Motivo per cui credo che il Napoli, con la Juventus, sia la squadra da battere in questo campionato».
Le partenze di Kessie, Conti hanno ridimensionato le ambizioni dell’Atalanta?
«Certo. E non di poco. Alcune erano preventivate, perché è logico che un club come il nostro debba vendere i giovani più bravi, ma altri no. Ed è un peccato. Perché fosse rimasto chi doveva rimanere, sono convinto che avremmo potuto ripetere il cammino della stagione passata».
Perché queste giovani generazioni sono così attratte dai soldi e non pensano anche al posto migliore dove crescere?
«Perché i grandi questo gli hanno insegnato, ovvero che i soldi sono la cosa più importante. Io, per esempio, ho parlato a Spinazzola, gli ho detto che alla sua età quello che conta è giocare e che anche alla Juventus avrebbero apprezzato di più una scelta del genere. Non è semplice capirlo».
Il Napoli ha tenuto tutti, proprio come avrebbe voluto fare lei con l’Atalanta.
«Non era facile rinforzarla. Condivido la scelta di consolidarla trattenendo i più forti, che pure avranno avuto delle richieste importanti».
Ha avuto Pavoletti al Genoa. Perché non è riuscito a sfondare?
«Perché il Napoli non ne aveva bisogno. Aveva Mertens e Milik da recuperare e quando il polacco è tornato disponibile quei pochi spazi che c’erano sono spariti».
Insigne resta tra i suoi preferiti?
«È determinante in tutto, in attacco e in difesa. Partecipa a tutte le fasi del gioco, è completo come pochi in Italia. Può dare una grande mano anche alla Nazionale».
Quale giovane del vivaio dell’Atalanta si contenderanno le big nel prossimo mercato?
«È cambiato qualcosa, abbiamo scelto una strada diversa, puntando sugli stranieri: ne sono arrivati otto da otto campionati diversi. Non era nei programmi ma sono state le dinamiche del mercato a far fare queste scelte».
L’Atalanta viene al San Paolo per provare a fermare il Napoli ancora una volta?
«Sarà molto più difficile di sei mesi fa, perché ora il Napoli è un rullo compressore ed è persino più forte della squadra che siamo riusciti a battere a febbraio. Ma noi verremo lì per rompere le scatole».
Di sicuro, qualcosa in mente ce l’avrà?
«Sì, se chiudo a chiave Sarri e i suoi ragazzi nello spogliatoio l’impresa potrebbe riuscirci meglio». E giù una risata.
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