Centro Commerciale “La Cartiera” di Pompei che per un pomeriggio si trasforma nel salotto di lusso del giornalismo napoletano. Presenti tutte le firme più prestigiose, da Francesco Marolda a Mimmo Malfitano, fino ad Antonio Giordano. Sky, Sportitalia, Mediaset, Gazzetta e Corriere dello Sport accorsi a Pompei per lui, Mirko Valdifiori. Dopo l’ultima ennesima delusione decretata dal campo, allo Juventus Stadium di Torino, c’è bisogno di spostare l’attenzione altrove e lo sport preferito dei tifosi è certamente il calciomercato e la presenza del regista dell’Empoli (premiato dall’Associazione Italiana Allenatori Calcio con il premio Football Leader come calciatore rivelazione dell’anno e considerato da tutti il migliore metodista del campionato dopo Andrea Pirlo) a Pompei, in provincia di Napoli, non può certamente passare inosservata. Da mesi ormai le voci si rincorrono, Valdifiori e il Napoli, un amore destinato a compiersi nella prossima stagione. Dubbi c’erano riguardo all’adattabilità al modulo usato dagli azzurri in questa stagione ma con l’addio di Benitez vicino a diventare una certezza anche l’ultimo ostacolo sembra superato. Arriva tardi in serie A Valdifiori, a 28 anni, ma in una sola stagione riesce a conquistare tutti, merito anche della macchina perfetta Empoli di mister Sarri che ha raccolto fior di complimenti in giro per l’Italia, il numero 6 dei toscani fa anche il suo esordio in nazionale, il 31 marzo scorso nell’amichevole tra Italia e Inghilterra terminata con il punteggio di 1 a 1. Il premio Football Leader 2015 come calciatore rivelazione dell’anno è certamente l’ennesima conferma che ci troviamo di fronte ad un giocatore importante, con tanta gavetta alle spalle, un po’ in avanti con l’età visto che oggi siamo abituati a veder sempre più ventenni con contratti milionari, ma che in un calcio fatto sempre più di dinamismo e atletismo, con la sua velocità di pensiero e le sue abilità tecniche può certamente ancora dire la sua. Si sprecano attestati di stima e complimenti per Valdifiori, per Giordano è “la vera novità del campionato ma anche una sconfitta per il calcio italiano che si è accorto di lui troppo tardi”, Malfitano si lascia andare ad un augurio: “Spero che possa confermarsi in una piazza come Napoli”. Infine Marolda ne esalta le caratteristiche morali: “In un calcio in cui per molti ragazzini a vent’anni si parla più del gossip che del campo Valdifiori è una mosca bianca, un esempio di come il lavoro e l’umiltà pagano sempre.”
Il centrocampista dell’Empoli, premiato da Nino Scarfato, presidente dell’Associazione Italiana degli Allenatori della Campania, non si lascia trascinare da facili entusiasmi e resta con i piedi per terra, non sbilanciandosi parlando del suo futuro: “Io al Napoli? E’ da un po’ che girano queste voci, essere accostati a club importanti come questo fa sempre piacere, significa che si è lavorato bene durante l’anno. Di concreto io non so nulla, oggi penso solo a far bene con l’Empoli, nell’ultima giornata di campionato e a provare a conquistare ancora la maglia della nazionale. Il mio idolo? E’ certamente Pirlo, lo seguo con attenzione e provo ad imitarne le gesta in campo, è certamente un grande onore esser accostato a lui. Il premio che ho ricevuto oggi mi riempie d’orgoglio, tutti i miei sacrifici sono stati premiati. L’obiettivo per il futuro? Certamente confermarmi ad alti livelli, se arriverà poi la chiamata di un grande club non me la lascerò scappare visto anche che alla mia età potrebbe esser l’ultima vera grande occasione. La nazionale? E’ stata una gioia immensa venir convocato, il gruppo azzurro è fantastico e mi ha accolto nel migliore dei modi, senza pregiudizi nonostante io provenga da una piccola realtà come Empoli. Il segreto di Sarri? Preparare le partite nei minimi dettagli, lasciando meno spazio possibile ai nostri avversari cercando di esprimere il nostro calcio. Un consiglio per i giovani? Non mollare mai e crederci sempre.”
Ecco gli scatti da parte di IamNaples.it:
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Dai nostri inviati al Centro Commerciale “La Cartiera” di Pompei, Ciro Troise, Gilberto D’Alessio, Antonio Balasco e Andrea Cardone
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