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Ferrero: ”De Laurentiis? Lo aspetto lunedì per batterlo. Gabbiadini è un gioiello chiuso in cassaforte”

La sua prima sfida a De Laurentiis.«Un amico, ma voglio batterlo». Parola di Massimo Ferrero, il presidente della Sampdoria (anzi«Samp &Doria»come la definisce lui) che lunedì affronta il Napoli a Marassi.Una notte tutta da raccontare in questa intervista al Mattino.

Perché ha deciso di avvicinarsi al calcio e perché alla Samp?«Il calcio è la corsa per migliorare la qualità della vita.È passione, divertimento,entertainment;è un gioco meraviglioso.Quando ero “fanello” (ragazzino, ndr) si andava in parrocchia per fare i chierichetti,ma io rubavo il pallone per sfidare gli amici:eravamo tutti goleador.La mia vita è una fiction.Nel cinema ho fatto tutto e la vita è fatta di incontri belli e brutti. Qualche estate fa ero al mare,stavo guardando un arcobaleno:un vicino di casa mi parla della Sampdoria e io abbino subito i colori che vedo in cielo a quelli della maglia più bella del mondo.Poi, ancora un altro incontro,a Roma,nello studio del mio amico storico,l’avvocato Antonio Romei.Siamo andati a prenderci un caffettino e lui mi ha detto che doveva andare a Genova al funerale di Riccardo Garrone. Io gli ho chiesto:ma che, li conosci?Ho rispettato quel momento di lutto, poi ci siamo messi a lavorare con la famiglia Garrone. Una trattativa lunga e segreta sino alla firma.Ora sono nella città di Samp & Doria.Appena sono entrato nel club ho trovato uomini di valore e,inserendone altri al posto giusto, in società e nella squadra,proviamo adesso a volare nel cielo che è sempre più blu».

Per quale squadra o campione tifava da“fanello”?«Sono nato a Roma nel quartiere dove è nata la Roma.Ho visto giocare De Sisti, Falcao,Bruno Conti.Ho visto Totti e De Rossi che erano ragazzini,ma già si capiva che sarebbero diventati campioni.Una volta si diceva che la Roma si ama,non si discute,però adesso il mio cuore tutto e solo blucerchiato.Ringrazio Genova e i genovesi e tutti gli italiani per il calore che mi regalano. Forza città di Samp &Doria».

Lei è un personaggio che trasmette allegria:come si trova in questo mondo del calcio troppo litigioso e problematico? Come si potrebbe migliorarlo e cosa eventualmente bisognerebbe prendere dal mondo dello spettacolo?«Sono felice e lusingato quando la gente mi ferma per strada.Mi dicono che ho portato una ventata di allegria nel calcio: è la gioia di vivere che ho dentro di me.Sono contento quando sento che a molti bambini è stato dato il nome Doria: il tifo per la Samp & Doria è sport. Per quanto riguarda il calcio, il signor Lotito ha la delega per le riforme:per me dovrebbe lavorare meno e rendere subito operativo il programma condiviso dalla Lega di serie A.Deve stare in campana:io non faccio parte del sistema,sono nuovo e ho fame di concretezza.Basta inutili chiacchiere e riunioni: il calcio è il cibo, testa e cuore».

Le piace questo campionato?Si aspettava questa buona partenza della Samp?«Sono stanco di ascoltare i santoni che parlano male delle loro origini: difendiamo l’italianità e smettiamo di dire che sono più bravi gli altri.Lavoriamo per arrivarci. Io sono per il partito del fare:diamo spazio e strutture ai nostri giovani talenti. Io sono papà e ho una grande famiglia,condividiamo tutto.Ricordo ancora quando,con i miei figli Emma e Fabrizio, siamo andati insieme a vedere Napoli-Roma:questo è il bello dello sport.Riportiamo le famiglie allo stadio».

Cosa pensa di De Laurentiis?Da quanto tempo vi conoscete?Quando entrò nel calcio disse che avrebbe battuto il Napoli:la Samp è a un punto dagli azzurri, lunedì come finirà?«Aurelio lo conosco da una vita.Lo stimo, gli voglio bene,è intelligente, intuitivo.Ho lavorato per il papà Luigi e ho conosciuto la mamma,purtroppo scomparsa qualche giorno fa.La famiglia De Laurentis mi ha dato tanto quando ero ragazzo. Certo, io avevo un carretto con le ruote sgonfie, Aurelio già la 500 cabrio,però lo dico senza invidia,con rispetto.Lo aspetto a Genova.E voglio vincere.Quando si accetta un invito a cena mica ci si siede al tavolo per digiunare».

Quale calciatore vorrebbe prendere dal Napoli?E come immagina una trattativa con De Laurentiis?«Io sono Robin Hood, lui è Re Aurelio, il calcio è la foresta di Sherwood…Intanto, lunedì gli vorrei regalare un simpatico dispiacere».

Cosa può dire sull’interessamento del Napoli per Gabbiadini, il gioiello della Samp?«Un refolo di vento nel calciomercato sembra una tempesta… I miei gioielli sono chiusi in cassaforte, noi vogliamo fortificare la società e la squadra. Più vinciamo e più diamo fastidio, siamo dei simpatici rompiscatole.Che casino avrebbero fatto gli altri per quattro rigori contro nelle ultime sei gare?Noi non alziamo la voce e rispettiamo tutti».

Cosa la colpisce del Napoli?«Aurelio aveva già provato ad acquistarlo, lo ha fatto quando è suonata la sveglia giusta e ha investito molto per riportarlo in alto.Ha trascurato il cinema per ridare alla città una grande squadra, per farla conoscere al mondo come ai tempi di Maradona,come la pizza, la voce di Caruso, Totò, la commedia di De Filippo. Napoli mi ricorda un film nel quale ho lavorato, i«Guappi»,regia di Squitieri con la bellissima Claudia Cardinale.Un film meraviglioso».

Cosa pensa di una squadra che schiera praticamente tutti calciatori stranieri come quella di Benitez,anche alla luce delle preoccupazioni del ct Conte?«Aurelio vuole il campionato europeo, grandi club che se la giocano fra di loro in un progetto globale. Gli ho detto: “Vai avanti tu che io ci sono”. Intanto,mi godo l’Italia che amo e rispetto la serie A,chiunque la rappresenti.Apprezzo il signor Conte:ha vinto un Tapiro meno di me,io aspetto già il terzo,ma lui può conquistare Europei e Mondiali.Il signor Conte nella Samp ha trovato ragazzi affamati e di qualità,modellati a sua immagine e somiglianza dal nostro Gladiatore Sinisa Mihajlovic: per noi questo è un vanto. Però, se troviamo dei talenti stranieri giusti per noi, li prendiamo:non siamo venuti a pettinare le bambole». 

Qual’è il suo obiettivo quest’anno e nelle prossime stagioni?«Vincere e creare un modello Sampdoria sotto il cielo del fair play: quello economico e quello etico, in campo,fuori e sugli spalti».

La scaramanzia che farà per vincere lo scudetto con la Samp?«Siamo belli, bulli e giochiamo bene.Chi è più bello di noi vuol dire che usa il rimmel e il mascara…A Napoli dite:ha da passa’ ’a nuttata».

Fonte: Il Mattino

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