Marco Fassone, già Direttore marketing della Juventus e Direttore generale di Napoli e Inter, è intervenuto ai microfoni di Tele Radio Stereo 92.7.
“Non è semplice gestire, anche per lo sport, gestire i momenti che seguono avvenimenti tragici come quello di ieri. In Italia almeno nelle strutture più all’altezza della situazione, la sicurezza c’è. Purtroppo però c’è l’altro lato della medaglia, quello che, per arrivare a questo livello di sicurezza, è stata complicata la vita a chi vuole comprare il biglietto per lo stadio, ai padri di famiglia che vogliono far vedere la partita ai propri figli, e tanta gente rinuncia ad andare allo stadio”.
“Sul momento del calcio italiano sono meno pessimista di altri circa la crisi che si evidenzia quando ci si confronta con altre realtà europee. Con l’eccezione di Juventus e Napoli, che in modi diversi, perché hanno strutture diverse, riescono a mantenere alto il livello di competitività. La Juventus anche a livello internazionale. Il Napoli in Italia, con dei passi falsi nel corso degli anni, ma con una continuità di cui mi resi conto quando lavorai a Napoli”.
“La Roma sta lavorando per assestarsi a questi livelli, ha cambiato proprietà, fa i conti con delle discontinuità, deve ancora vincere, ma ci sta lavorando”.
“Chi manca sono le milanesi. Diverse le loro situazioni. L’Inter la conosco di più ma mi sembra abbia meno criticità del Milan, che credo stia viaggiando con un anno o due di ritardo sulla tabella di marcia. Mi sembra si trovi nella situazione che visse l’Inter post Triplete, c’è in ballo la cessione del club, ma deve recuperare terreno. L’Inter doveva innanzitutto fare i conti con i numeri di bilancio”.
“Superlega europea? Quando si parla di club che parteciperebbero a un super campionato, che si basa non sulla meritocrazia ma sulla ricchezza e il blasone dei club, è un azzardo. Perché la mentalità sportiva europea è diversa. Quindi punterei maggiormente sulla modifica dell’attuale Champions League, magari con l’allargamento della partecipazione a club storici che finiscono per esempio fuori dai primi tre-quattro posti, per evitare che per esempio squadre tipo il Manchester United rimangano fuori. Ecco, aumentando il numero di partecipanti e non chiudendo a sedici squadre che tali rimarrebbero, svilendo i campionati nazionali, potrebbe essere la soluzione giusta”.
“Nazionale? C’è meno appeal per i tecnici, anche economico, ma alla fine resta una panchina prestigiosa, alla fine si troverà un allenatore di livello, ma il compito dei dirigenti federali non è semplice in questo momento”.
Fonte: TMW
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro