Dalla Parmalat a Soccavo, tra il 1993 e il 2000, sono arrivati una settantina di miliardi di lire, tra sponsorizzazioni e acquisti di giocatori. Il generoso Tanzi pagò gli azzurri a peso d’oro ma si portò in Emilia uno dopo l’altro campioni come Zola, Crippa e Fabio Cannavaro: «Ricordo ancora l’amarezza di quel giorno, pensavo di andar via e di salvare il Napoli. Ma pochi anni dopo arrivò lo stesso il crac. Lo avevo intuito subito».
Cannavaro, Parma è stata una tappa importante per la sua carriera?
«Fondamentale, con Thuram e Buffon formavamo una difesa granitica. Ogni anno vincevamo qualcosa e siamo diventati una potenza».
Il Napoli dei tre successi consecutivi può davvero temere il Parma di Donadoni?
«I risultati di questa stagione dicono che gli azzurri non possono sottovalutare nessun avversario. La gara di domenica è comunque quasi decisiva. Non vincendo si corre il rischio di veder allonarsi troppo il terzo posto. Sarebbe un peccato».
Resta l’avventura in Champions, però?
«Giusto, in Champions è un’avventura. Quel che conta è centrare la qualificazione per la prossima stagione. Il processo di crescita del club passa per due obiettivi fondamentali: terzo posto e Coppa Italia».
Più importante di eliminare il Chelsea?
«Per certi versi, sì. Io penso che la Champions o la vinci o tutto il resto serve per la gloria. È importante per l’esperienza e per far maturare il gruppo. Ma non può mettere in secondo piano il campionato».
È successo, secondo lei?
«Non credo che si accaduto per una scelta precisa. Forse un calo di motivazioni».
Non è che la testa dei giocatori rischia di essere già a Londra?
«Sarebbe un guaio, ma non credo che succederà. Il gruppo è unito, compatto ed è convinto di poter volare in alto in campionato anche perché il Napoli è una squadra davvero molto forte. Lo ha dimostrato anche con l’Inter».
Suo fratello che non gioca in Nazionale grida vendetta?
«Rispetto Prandelli, avrà i suoi buoni motivi. Ma Paolo non deve mollare e deve continuare a credere che prima o poi arriverà la convocazione. Prenda esempio da Campagnaro, debutta con l’Argentina e ha 33 anni».
Che avversario è il Parma?
«Complicato, perché Donadoni ha uno spiccato senso di squadra. Poi per chi gioca per salvarsi, ogni gara in casa è una specie di finale».
Sul campo di Parma, la prima retrocessione in B del Napoli: lei pianse di rabbia e tristezza.
«E non me ne sono mai vergognato. Anche perché dall’altra parte c’erano tanti amici, come Pino Taglialatela. Ero a pezzi».
Cannavaro, 38 anni, giocherà al Siliguri. L’ultima sua valutazione è stata per 830mila dollari.
«Sì, vado anche India, ma ormai è solo divertimento. E l’occasione per fare beneficenza negli orfanotrofi. Ora sono a Dubai che è quello che sognavo. Ma Andrea, mio figlio di sette anni, ieri mi ha detto: ”papà, quando torniamo a casa”. Casa nostra è Napoli: penso che sia arrivato il momento».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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