Angelo Iervolino, allenatore del Lacco Ameno (squadra che milita nel campionato di Promozione) ed ex allenatore delle giovanili di Juve Stabia e Lazio, è stato intervistato in esclusiva ad IamNaples.it. Ecco le sue dichiarazioni:
Lei ha allenato tanti anni nei settori giovanili, soprattutto Juve Stabia e Lazio, e adesso è il mister del Lacco Ameno. Cosa hanno fornito al suo bagaglio personale queste esperienze?
”Juve Stabia e Lazio sono stati passi importanti per assumere una forma mentis professionistica che porta a diversificare il patrimonio di competenze a disposizione, prezioso quando si va ad allenare le prime squadre”.
Il Coronavirus ha bloccato tutto il mondo e quindi, anche quello calcistico. Come vede in futuro il calcio giovanile e quello dilettantistico post Covid?
”E’ ovvio che il mondo dei dilettanti avrà grosse perdite economiche. Sappiamo che molte squadre vivono grazie alle sponsorizzazioni locali e con il Covid ci saranno molte più difficoltà a reperire questi fondi. E’ un’emergenza economica sia per la società nel suo complesso che per il calcio. Possiamo sfruttare questo periodo per realizzare delle nuove riforme per il calcio dilettante. Per quanto riguarda il settore giovanile, sicuramente, si è fermato il percorso di crescita dei ragazzi. Gli allenatori e società dovranno essere bravi a stimolare i ragazzi per riportarli in campo e per recuperare il tempo perso”.
Cosa intende per delle nuove riforme per il calcio dilettantistico? Cosa si dovrebbe fare per migliorarlo?
”Sicuramente, andare a toccare la regola degli Under: trovare un modo che vengano valorizzati, ma che non vengano inseriti nei calcio ‘dei grandi’ senza tutele. Bisogna tutelare gli addetti ai lavori: dai calciatori agli addetti delle squadre e delle società”.
Lei ha fatto il grande salto dalla Juve Stabia alla Lazio, ci può dire le grandi differenze tra i due ambienti?
”Quando ero alla Juve Stabia, la squadra disputava i primi campionati di Serie B e il direttore Alberico Turi fece un gran lavoro nel mettere in campo un settore giovanile di qualità. Nella Lazio, dove ovviamente c’erano investimenti maggiori, c’erano delle strutture che già erano in essere e quindi, ci si poteva organizzare in maniera diversa. In entrambe le piazze si cercava di trarre il massimo dal settore giovanile”.
Ha parlato di strutture, come si spiega la mancanza di strutture nel Napoli? Come giudica la gestione di Grava?
”Il problema delle strutture per il Napoli, come tante altre squadre professionistiche, è atavico. In questo stato, il direttore Grava sta facendo un lavoro super: sia dal punto di vista della creazione delle squadre che dal punto di vista dell’organizzazione delle squadre stesse. Bisogna fargli solo un plauso, perché non era scontato che tutte le squadre giovanili nel Napoli entrassero nei play-off’. In questi anni, il settore giovanile azzurro ha formato anche giocatori come Gaetano”.
Lo ‘scippo’ di Musella da parte della Roma ai danni del Napoli ha fatto molto rumore. Non è un peccato che la Campania, il Sudamerica d’Italia, venga ‘derubata’ dei propri giovani talenti? L’articolo 96 del Noif andrebbe cambiato?
”Non lo scopriamo oggi che in Campania crescono tanti talenti. Tutto le squadre dovrebbero fare di tutto per cercare di non far partire i propri talenti. Certo, è difficile poi combattere con delle realtà economiche molto più forti. La nota negativa dell‘articolo 96 delle Noif è che incentiva ad acquisire giovani calciatori di altre squadre perché costa di meno rispetto a farli crescere in casa. Bisognerebbe lavorare sul senso d’appartenenza dei calciatori”.
Ha nominato Gaetano, secondo lei com’è stato gestito nel Napoli? L’anno prossimo dovrebbe giocarsi le sue carte nella squadra azzurra o andare in giro per fare la cosiddetta gavetta?
”Da fuori possiamo dire la nostra, ma chi è dentro sa meglio di noi qual è la situazione. Tenerlo e farlo crescere con dei campioni è stata un’operazione intelligente, pensate alla crescita di Esposito nell’Inter, per fargli imparare il più possibile. Dopo l’avventura di Cremona, un altro anno in prestito può essere quello giusto per mettere in mostra definitivamente tutto il suo talento”.
Domani ci sarà Napoli-Inter, come vedi il ritorno al calcio dopo il Covid e qual è la squadra favorita?
”Dopo il Coronavirus, non ci possono essere favoriti. Riprendere a giocare porta un’iniezione di adrenalina che può far accadere di tutto”.
In questi giorni si sta parlando molto del rinnovo di Gattuso, cosa pensi del suo lavoro a Napoli? E’ un po’ sottovalutato?
”A quei livelli non c’è una sottovalutazione, ma c’è quello che si vuole mostrare. Sappiamo che una della caratteristiche di mister Gattuso è la sua forte personalità, ma dietro c’è anche tanto lavoro e tanta conoscenza tecnica e tattica. Ha preso le redini nel Napoli in un momento difficile, è stato necessario un po’ di tempo per trasferire il suo credo ai calciatori, ma nell’ultimo periodo stava raccogliendo risultati importanti. Secondo me, farà le fortune del Napoli”.
DI WILLIAM SCUOTTO
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