Dopo essersi fatto conoscere dal grande pubblico della TV nel ruolo di Vittorio in Capri 3, ha consolidato la sua posizione nel cuore dei suoi fans nelle vesti del cattivissimo Ettore Ragno di Squadra Antimafia 6. Fabrizio Nevola è, senza ombra di dubbio, uno degli attori napoletani del momento. Formatosi artisticamente presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma, Fabrizio si è ormai definitivamente stabilito nella Capitale, anche se non perde occasione per sottolineare con vanto le sue origini partenopee, come dimostra la sua grande passione per il Napoli. IamNaples.it ha avvicinato la giovane star partenopea proprio in virtù della sua condizione di tifoso napoletano a Roma per raccontarne le impressioni, le speranze e offrire un monito di coesione in vista di quel Napoli – Roma che sembra sempre meno una partita di calcio.
Fabrizio Nevola si può definire un timido simpatizzante o un caloroso tifoso del Napoli?
“Un seguace appassionato. Ricordo ancora le feste a Napoli in occasione del secondo Scudetto. Andai per le strade con mio padre a gioire con la mia gente. Un’emozione immensa che ancora conservo gelosamente nei miei ricordi.”
Una passione scemata dopo il trasferimento a Roma?
“Macchè, si è acuita diventando emigrante. Il Napoli, ancor più per chi va via dalla propria terra per lavoro, è un motivo di grande coesione e riavvicinamento alle proprie origini e alla propria cultura. Da quando sono a Roma sono membro del gruppo Roma Azzurra. Ci ritroviamo alla pizzeria Anni ’50 per vedere le partite del nostro Napoli. Sono un fedelissimo e con me non mancano mai altri due grandi colleghi tifosi quali Alfonso Postiglione e Geremia Lombardo. Siamo malati del Napoli.”
Questo Napoli piace all’appassionato tifoso Nevola?
“Che dire, quest’anno c’è da soffrire. Da tifoso non nascondo che sono un po’ deluso. Verrebbe da arrabbiarsi con tutti perché il Napoli visto contro il Verona ha dimostrato che, se c’è voglia, non ce ne è per nessuno. Lo scorso anno c’avevano abituato ad una grinta maggiore, ma forse è perché il Mondiale era alle porte ed alcuni giocatori si sentivano più motivati.”
Credi che in parte ci siano colpe da parte dell’allenatore Benitez?
“Personalmente sono contento che un professionista come Rafa Benitez sieda sulla panchina della mia squadra, anche se qualche pensiero me lo fa fare. Non capisco come una persona “illuminata” come lo spagnolo non voglia adattare il modulo in base alla rosa che gli è stata messa a disposizione dalla società. Nello specifico credo che la nostra squadra soffra oltremodo con un centrocampo a due e questo ricade sulla difesa, spesso scoperta. Puoi giocare a due a centrocampo se hai gente come Pogba e Vidal, ma altrimenti si potrebbero rivedere alcune strategie.”
Da tifoso, ti manca Reina?
“Tantissimo, anche perché era un portiere carismatico che aiutava tutti i compagni a dare il meglio di sé. Una scelta che sinceramente non ho capito, come non ho capito perché si è preferito puntare su gente come Michu e De Guzman e non confermare chi già conosceva i meccanismi dello spogliatoio come Dzemaili e Pandev.”
Chi è il tuo calciatore preferito di questo Napoli?
“Abbiamo alcuni giocatori di grande spessore, ma sono innamorato di Callejon. E’ uno che non si fa trovare mai fuori posto, mai una piazzata e poi è un cecchino. Credo che giocatori così facciamo bene al calcio anche perché è correttissimo e vive una senza eccessi o abusi. Ce ne vorrebbero di professionisti come lui.”
Si avvicina l’attesissimo Napoli – Roma: cosa ti auguri da questa partita?
“Io spero che torni ad essere una partita di calcio, anche perché di questi tempi è assurdo sfociare i propri malesseri in una violenza immotivata e bieca. La vita è già complessa di suo e se un momento di sport perde la sua essenza distensiva e di coesione, non ha più senso promuoverlo. Sono rimasto molto scosso da quanto accaduto al tifoso del Napoli in occasione della finale di Coppa Italia dello scorso anno. E’ debilitante dal punto di vista umano; è stata una pagina triste di quello che si dimostra sempre meno come uno sport.”
Come finirà la sfida di sabato?
“Sono scaramantico e pronostici non ne faccio. Io, da tifoso azzurro, mi auguro di gioire per una prestazione d’alto livello. Vorrei vedere una squadra affamata e determinata, che giochi fino all’ultimo minuto mordendo l’erba, poi vedremo cosa succederà. L’importante è che si mostri la fame e la determinazione che il popolo napoletano conserva nell’anima e che proprio per questo chiede alla sua squadra di palesarlo in campo.”
Servizio a cura di Francesco Pugliese
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