Per la rubrica “La telefonata” oggi approdiamo in casa dei prossimi avversari del Napoli, in attesa del big-match di lunedì prossimo a San Siro. La redazione di Iamnaples.it ha intervistato in esclusiva il capo ufficio stampa dell’Ac Milan, Riccardo Coli, nato ad Asmara in Etiopia all’inizio degli anni ’70 e trasferitosi in Italia, prima a Parma e poi a Milano, prima per frequentare l’università e poi per motivi di lavoro. Ecco quanto dichiarato ai nostri microfoni:
Si avvicina Milan-Napoli, una sfida molto attesa. Che percezione si ha in casa rossonera del campionato del Napoli e soprattutto quali sono le sensazioni in vista di quest’incontro?
“Il Napoli sta facendo un grandissimo campionato. Si affronta la prima e la seconda forza della Serie A, abbiamo la percezione di una grande partita. Ho avuto numerosissime richieste d’accredito non solo a livello nazionale, ma anche internazionale. A San Siro si va verso il tutto esaurito, vedo un interesse mediatico e popolare di proporzioni simili al derby ed alle sfide contro il Real Madrid”
A livello tecnico, cosa temete più del Napoli?
“Questa domanda bisognerebbe girarla al mister Allegri, comunque naturalmente il pensiero va ad Hamsik, Cavani, i giocatori più rappresentativi, ma credo che la forza di questo Napoli sia il suo collettivo, quindi bisogna temere tutta la squadra”
Sono giorni molto caldi riguardo alle polemiche sul fronte arbitrale e della giustizia sportiva. C’è stata la squalifica di Lavezzi ed il gol irregolare di Robinho. L’espressione più usata è “sudditanza psicologica”. Lei cosa ne pensa a riguardo?
“Io non credo alla sudditanza psicologica, penso che gli arbitri sono esseri umani, così come i calciatori, e, quindi, possono sbagliare.”
Non possiamo non curiosare sulla sua professione molto importante in un mondo così esposto all’attenzione mediatica, come quello del calcio. Come e quando ha assunto il ruolo di responsabile dell’ufficio stampa dell’ A. C. Milan?
“Nel 1998-99, anno del centenario del Milan, feci il colloquio ed entrai nel giovane team della società. Per un anno ho lavorato nel settore marketing, poi sono stato spostato al settore comunicazioni e solo dopo tanto sudore e tanta determinazione sono diventato quello che sono oggi”.
Come funziona l’ufficio stampa di una delle società sportive più importanti al mondo?
“Innanzitutto è da dire che, essendo un lavoro molto impegnativo e che comporta grande dispendio di tempo ed energie,non lo si può fare senza una grande passione e una forte dedizione. Al mio fianco ci sono altre 7 persone che, come me, lavorano sette giorni su sette affinché si abbiano quotidiani contatti con tutti gli organi di comunicazione di massa; anche se il lavoro più difficile e delicato è quello di filtrare le notizie inerenti alla squadra che proprio i mass media diffondono e fare in modo che siano vere”.
Intervista a cura di Alessia Fraiese e Ciro Troise
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