Senza garanzie, senza una squadra completa, senza un campionato. E’ così che è iniziata l’avventura al Napoli Basket di Demis Cavina. Il coach che nello scorso Novembre decise di legarsi a Balbi. “Ho conosciuto Maurizio quando stava avvicinandosi a questa sua nuova avventura. Il feeling con i dirigenti e con Balbi è stato quasi istantaneo e mi ha dato la spinta a buttarmi letteralmente in questo progetto dallo scorso novembre”. Un progetto che è stato solo rimandato. “Con l’acquisizione della Biancoblù, infatti, Maurizio ha fatto capire che le sue erano intenzioni vere”.
Coach, a più riprese Maurizio Balbi ha dichiarato di portare avanti una ‘lucida follia’. Lei ne è completamente avvolto da circa otto mesi?
Quando Maurizio definisce così la sua operazione, fa riferimento al momento storico che stiamo vivendo. Sempre meno imprenditori si avvicinano allo sport; Balbi, invece, ha rilevato una società per riportare la piazza di Napoli sui palcoscenici che gli competono. Attenzione però, non è una follia, è qualcosa di concreto. Gli uomini di sport possono capirlo poiché masticano il campo e riescono a percepire certi aspetti. Al di là di tutto mi auguro sin da subito che la città si stringa attorno al Napoli Basket.
Evidentemente sin da subito è stato importante il rapporto instaurato. Pare di capire, però, che ci sia sintonia anche sulle scelte di mercato?
Senz’altro! Con Mirenghi, seppur separati da tantissimi chilometri, siamo in continuo contatto. Spesso scherzo con mia moglie e quando arriva la chiamata di Antonio le dico che siamo due fidanzati. Lei non è gelosa (scherza, ndr). Ovviamente conveniamo su molti aspetti tecnici. Ad esempio, crediamo di aver lanciato un segnale con l’acquisto di Ceron. Puntiamo tantissimo sui giovani. Al momento attuale siamo una delle poche squadre attive sul mercato. Il nostro obiettivo è quello di prendere giovani che possano ritagliare uno spazio considerevole nel nostro roster.
Ecco, parlava di Marco Ceron. Il ragazzo, oltre al suo talento, ha dimostrato di avere un gran cuore e di essere molto attaccato alla piazza. Intanto potrebbe raggiungerlo Montano…
Ceron è un ragazzo d’oro. Puntiamo molto su di lui. Ho parlato con Marco e sono rimasto colpito dal grande entusiasmo che ha dimostrato. Mi ha detto che non vede l’ora di iniziare e di mettersi a mia disposizione. Per quanto riguarda Montano, c’è un contratto in essere con la vecchia società della Biancoblù Bologna, quindi sarebbe legato a Napoli. Ma comunque le parti non considereranno questo aspetto. Se arriverà Montano sarà perché abbiamo individuato in lui una pedina importante per il nostro progetto tecnico. Ho parlato anche con Matteo e ho constatato lo stesso entusiasmo di Ceron. Vedremo…
Poi c’è Mason Rocca, un aspetto emozionale. Lo ha definito così Maurizio Balbi in conferenza stampa. Qual è la sua opinione su questa trattativa che potrebbe riportare il Sindaco a Napoli?
E’ indubbio che c’è la grande intenzione da parte nostra di riportarlo a Napoli. Rocca potrebbe dare quel quid in più dal punto di vista dell’entusiasmo e dell’emozione, poichè ha rappresentato molto per i tifosi napoletani in passato. E’ chiaro, però, che quando ci sarà la prima palla a due del campionato non conterà più il passato, ma i risultati. Noi punteremo a costruire una squadra equilibrata. Se ci sarà Rocca che ben venga…
I tifosi sono interessati al suo stile di gioco. L’interesse cade soprattutto sul playmaker: che tipo di giocatore predilige?
Innanzitutto, tengo a precisare che per ora ci concentreremo soprattutto sul mercato italiano. Poi si affronterà il discorso americani. Faremo di tutto per pescare il meglio possibile sul mercato e in base a quello spenderemo i due visti. Probabilmente prenderemo un piccolo ed un’ala americani. Come idea di gioco ho sempre avuto playmaker americani che potessero creare gioco e prendere iniziative personali come Rowe, Penn ed il povero Darby che ci ha lasciati qualche anno fa. E’ ovvio, però, che non esiste un cliché preciso. Le scelte si fanno in base al mercato…
A questo proposito negli ultimi giorni si è parlato di un altro ritorno: quello di Denis Clemente. Lei sarebbe disposto ad accoglierlo nella sua squadra?
Ha fatto molto bene nella sua piccola esperienza a Napoli, un po’ meno a Pesaro e Venezia. Chiaramente ad un giocatore che si propone e che manifesta la sua volontà di sposare il progetto non si può chiudere la porta in faccia. Considereremo tutte le nostre esigenze. In questo periodo di mercato si cerca di legarsi alle emozioni e quindi alle suggestioni di alcuni ritorni. Un po’ come il discorso Rocca, ma l’importante è il futuro. Poi se il passato ed il presente possano coincidere per un futuro positivo che ben venga.
Preferisce una guardia titolare con molti punti nelle mani o un’altra che possa garantire un apporto considerevole in difesa?
Ripeto il concetto esposto prima: è tutto relativo. Comunque posso dire che cercheremo di metter su una squadra che non si basi solo sulle giocate e sui punti del singolo, in questo caso la guardia, ma che possa ricavare bottino importante anche dai lunghi. Spesso è anche grazie al loro lavoro di dare profondità agli attacchi che si porta fieno in cascina.
Dopo i vari tentativi di riportare il basket a Napoli, quale crede possa essere la risposta dei napoletani a questo nuovo progetto?
Penso che dopo Maione, prima con Rieti e poi con Sant’Antimo e con altre realtà, si è pensato solo a trasferire i club a Napoli con iniziative comunque lodevoli. Quella di Maurizio Balbi, invece, si basa sulla napoletanità del progetto. Ne è un esempio la scelta per il settore giovanile con la società di Antonio Petillo. Questa volta si è preferito partire dal basso. Ci sono fondamenta solide, ora…
E’ presto parlare di obiettivi, ma si sente di promettere qualcosa alla piazza?
E’ veramente presto parlare di obiettivi stagionali. Fino a metà settembre non si saprà niente, e non avremo la certezza delle squadre che disputeranno il nostro campionato. Diamoci appuntamento tra qualche mese per riparlarne. L’obiettivo importante che ci prefissiamo è quello di legarci inscindibilmente alla città. Prometto una squadra che possa emozionare. Io ho un’idea di basket che cercherò di trasmettere. Ma la cosa più importante è creare un bel rapporto tra noi ed il pubblico.
Quando sarà a Napoli?
Mi auguro a fine Luglio. Tra Summer League, raduni, Nazionali e camp vari c’è stato poco tempo per scendere a Napoli. Inoltre, andrò a Bormio a fare lezioni agli allenatori. Un Luglio pieno, insomma…
Tra Summer League e camp vari ha segnato qualche nome sul taccuino?
Non ho un taccuino, ho un’agenda di nomi… (ride, ndr)
Concludiamo con una piccola chicca, Cavina è anagramma di Cavani: un segnale per il Napoli Basket?
(Ride, ndr) Non so se Cavani andrà via quest’estate dal Napoli. Ha fatto grandi cose con la maglia azzurra ed ha dato molte gioie ai napoletani. Che dire, se Cavani lascerà Napoli, arriverà Cavina. Scherzi a parte, ho letto che Benitez avrebbe chiesto un cicerone che possa affiancarlo nella visita a bellezze di Napoli. Se potrò cercherò di imbucarmi, perché Napoli è una città affascinante. Già so che mi darà tanto…
Servizio a cura di Stefano D’Angelo
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