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ESCLUSIVA – Antonio Stinà: “Al Napoli consiglio N’Daw del Saint Etienne”

L'agente Fifa: “Abolizione dell’albo? Scelta ridicola

 

Il telefono squilla: “Pronto?” ‘Salve, parlo con il signor Stinà?’ “Sì sono io”. Questa settimana, Iamnaples.it conosce da vicino il noto agente Fifa Antonio Stinà che, nonostante sia una persona presa da tanti impegni, ci ha gentilmente concesso un’intervista. Quando gli chiediamo di rispondere ad alcune domande ci dice: “Ora sono in viaggio verso Roma, ma non c’è problema. Metto l’auricolare e sono a sua disposizione”.

Innanzitutto ci spieghi la sua professione: chi è l’agente Fifa

A livello federale  l’agente è una persona fisica, quindi non una società, che si occupa di mettere in contatto le squadre con i calciatori. Un libero professionista che per lavorare deve essere iscritto all’albo mondiale della Fifa. Volendo spiegare nel dettaglio la mia attività possiamo dire che è improntata tendenzialmente verso l’estero.

Lei parlava dell’albo Fifa, cosa ne pensa della possibile abolizione di quest’ultimo proprio da parte della Fifa?

Sono indignato. La trovo una scelta tanto affrettata quanto ridicola. In passato, noi agenti, abbiamo lottato tanto per ottenere l’albo. Purtroppo ci troviamo in una situazione dove c’è una particolare tendenza all’eliminazione degli altri.

Secondo il suo parere perché si è arrivati a questo punto?

Beh, questo bisognerebbe chiederlo a chi di dovere. Dal canto mio posso dire che spesso alcune decisioni le prendono gente che non ha avuto mai a che fare con il calcio.

Cambiando completamente discorso, lei assiste ed ha assistito numerosi calciatori. Tra i tanti ce n’è uno che ricorda con più affetto?

Innanzitutto tengo a precisare che per me ogni calciatore, come si dice a Napoli, è “piezz’ ‘e core”. Ognuno di loro mi ha dato qualcosa di importante. Se proprio dovessi sceglierne uno, direi Francisco Lima (ex calciatore di Roma, Lecce e Bologna, ndr) con il quale ho stretto un rapporto molto forte. Francisco è un grande uomo, esemplare dal punto di vista umano e dal punto di vista professionale.

Grazie alla sua attività, che le permette sempre di assistere a diverse partite, ha avuto modo di monitorare tanti giovani. Può farci il nome di un talento che potrà fare strada?

Qui sfondiamo una porta aperta per me. Parlo  sotto il profilo reale, ma anche con il cuore: Antonino Di Leva. (clicca qui per leggere la storia) Attualmente milita nella primavera del Bari, ma le sue qualità le si conoscono già da quando era una giocatore del Sorrento e della Sampdoria. E’ uno di quei calciatori che non passa inosservato ad un agente. Credo che presto calcherà i manti erbosi della Serie A.

Il Napoli monitorò il ragazzo, ma se lo lasciò sfuggire. E’ stato un errore quello commesso dalla società azzurra?

Curare il settore giovanile non è per niente facile. Un ragazzino di 12-13-14-15 anni non è ancora “formato”, sia fisicamente che psicologicamente. Spesso, quando si punta su un determinato talento, bisogna essere aiutato dalla dea bendata!

Passando al calciomercato che è in fermento in queste ore, un suo parere su quella che sarà la finestra di gennaio

Non sarà un mercato di riparazione, sarà calciomercato vero e proprio. Anche per sopperire alle “mancanze” del calciomercato estivo che non ha regalato grossi colpi se si escludono Cavani, Ibrahimovic e Robinho. Effettivamente la questione del Fair-Play finanziaro ha indotto le società a controllare maggiormente il loro bilancio rispetto a qualche anno fa.

Ha mai avuto qualche contatto con il Napoli per un suo assistito?

Al momento nessun contatto, ma mi piacerebbe molto avere rapporti professionali con il presidente De Laurentiis e con il giovane, ma esperto, Riccardo Bigon

Un consiglio per gli acquisti al Ds azzurro?

Beh, il Direttore non ha di certo bisogno di consigli, è una persona preparatissima. Il nome che dirò adesso, Bigon lo conoscerà senz’altro. Si tratta di N’Daw difensore dal piede mancino classe ’84 che ricorda molto Desailly. Un vero colosso di 1,90 m che, all’occorrenza, può fare anche il centrocampista. E’ un ragazzo che ha anche una certa esperienza a livello internazionale grazie alle numerose presenze nel Senegal.

Il calcio italiano, soprattutto in seguito agli ultimi mondiali, è in preda ad una grossa crisi. Come pensa si possano risolvere i tanti problemi che affliggono questo sport nel nostro Paese?

L’Italia ha una mentalità contorta. Spesso non si ha il coraggio di lanciare alcuni giovani talentuosi, come fanno alcune squadre estere, solo per non rischiare. Come risolvere questi problemi? Si potrebbero diramare nuove regole per le squadre di A. L’obbligo di un certo numero di italiani in campo, ad esempio, sarebbe una buona idea.

Per concludere, il suo sogno nel cassetto

Scovare il nuovo Messi, ma non è un gioco da ragazzi. Io punto sempre a divertirmi, anche nella mia professione, perché è un lavoro inserito in un contesto sportivo quale il calcio che, a mio avviso, è lo sport più bello del mondo!

Intervista a cura di Stefano D’Angelo

 

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