Si avvicina per il Napoli la seconda uscita in campionato. Dopo la vittoria in extremis al Ferraris contro il Genoa per 2 a 1, con gol di De Guzman praticamente allo scadere, gli azzurri si apprestano a sfidare, tra le mura amiche del San Paolo, il Chievo Verona.
Per spiegarci la gara di domenica pomeriggio e per parlare di tante tematiche inerenti alle due compagini, è intervenuto Ernesto Apuzzo, ex attaccante che, fra le tanti squadre in cui ha militato, ha giocato anche con la maglia del Casoria nella stagione 1981/82. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, ha intrapreso la carriera da allenatore: dal 2007 al 2009 è stato sulla panchina della Primavera del Napoli. Tutt’oggi ricopre il ruolo di osservatore proprio presso il club clivense.
Napoli-Chievo: che partita si aspetta?
“Se diamo uno sguardo agli organici e agli uomini che verranno messi in campo, ovviamente sappiamo già chi parte favorito: il Napoli pare la corazzata invincibile e il Chievo la vittima sacrificale. Constatando il livello delle due squadre non dovrebbe esserci partita, ma sappiamo anche che ogni cosa è imprevedibile. Oltretutto, i gialloblu vengono considerati bestia nera per i napoletani e nel calcio ci sono molti corsi e ricorsi. I giocatori di Corini lotteranno con i denti per portare qualche punto a casa. Credo sarà una bella sfida!”.
Nella prima giornata il Napoli ha stentato un po’. È un momento “no” che può incidere anche in questa gara?
“La squadra sembra sottotono. Non so se ha inciso l’eliminazione dalla Champions e se questo periodo possa ancora incidere nelle prossime gare. Di sicuro, la ripercussione si è avuta nel pubblico: soltanto 5 mila abbonati circa, segno che il popolo di fede azzurra sta anche capendo i movimenti aziendalistici di De Laurentiis…”.
A proposito del presidente, come giudica le sue mosse di mercato?
“In questo caso parlo più da tifoso: personalmente, lo ritengo un grande furbastro. Il club partenopeo merita di più! Il Napoli è una squadra dalle enormi potenzialità e ha bisogno di qualche piccolo sacrificio per rimanere tale. Ci aspettavamo tutti grandi nomi, ma alla fine sono arrivate soltanto delle seconde scelte. Reina, inoltre, andava confermato se veramente volevamo fare il definitivo salto di qualità. Tornando su De Laurentiis, spero che lasci il suo ruolo e lo affidi magari a una persona più tifosa e che non pensa da imprenditore…”.
Su Benitez cosa si sente di dire?
“Ero un grande stimatore del mister spagnolo, però ultimamente ha perso parecchi punti. Lo vedo troppo integralista, non cambia mai modulo. L’anno scorso abbiamo perso 15 punti contro le piccole, cosa che, secondo me, poteva essere evitata con qualche rivoluzione negli schemi di gioco. A volte, bisogna far adattare il proprio credo calcistico in base ai calciatori che si hanno: Hamsik è quello che soffre più di tutti il ruolo in campo, per non parlare di Insigne…”.
Proprio sul calciatore di Frattamaggiore, che momento sta vivendo?
“Un momento particolare. Complice anche il ruolo affidatogli: non gli avrei mai attribuito compiti difensivi perché non ha le caratteristiche fisiche e tecniche. Come lui, anche Mertens e Callejon. Non si può pretendere che rendano bene ogni partita dopo le mille corse tra difesa e attacco! Secondo me, Lorenzo non deve rientrare oltre il centrocampo. Poi, per quanto riguarda il rapporto con il pubblico, lui sa di aver sbagliato. Deve dimostrare il suo valore partita dopo partita, anche se la gente lo fischia. Deve aspettarsi sia l’acclamazione che le critiche. I tifosi lo reputano il loro beniamino e gli sono sempre vicini!”.
Il tricolore è ancora un obiettivo possibile?
“Con la riconferma di molti giocatori che l’anno scorso ruotavano attorno ai titolarissimi, il Napoli ha il vantaggio di non dover far entrare nei propri meccanismi persone nuove richiedendo, quindi, più tempo di lavoro. Certo, rimango sempre dubbioso perché, come ho detto pocanzi, ritengo giusto cambiare moduli a seconda delle partire. Se questo dovesse accadere, ce la possiamo giocare con tutti e in questa stagione, in particolare, non vedo una super avvantaggiata, se non la Roma”.
Parliamo del Chievo: dopo la Juve si gioca con un’altra big. Che campionato sarà?
“Altro anno di grandissima sofferenza. Per i clivensi sono tutte big! È normale che le giornate siano tutte quante difficili. È la squadra di un piccolo quartiere di Verona con 10 mila abitanti e, soprattutto per questo, giocare per dieci anni consecutivi in Serie A è un record che rende tanto orgogliosi! Vedremo nelle ultime giornate cosa succederà, si sa che è dura e che si lotterà per non retrocede. Il tempo darà le sue risposte e tutti sperano nel meglio”.
Fonte: Luigi Ippolito per Casoriadue.it
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