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Emiliano Mondonico: “Gli azzurri hanno una spiccata tendenza offensiva, in un 4-3-3…”

«Faccio una premessa, è normale che il Napoli subisca tanto: gioca con quattro attaccanti e privilegia la fase offensiva»: Emiliano Mondonico ha seguito attentamente la partita di Dortmund e ha tratto le proprie conclusioni, che non sono in linea con le critiche rivolte da Sacchi alla formazione azzurra. «Non credo che i giocatori siano poco adatti agli schemi di Benitez: stiamo parlando di Inler, Dzemaili, Maggio, Pandev, Hamsik, elementi di grande qualità, non pivelli che mettono piede solo adesso nel grande calcio. È un discorso di impostazione iniziale, di come ci si posiziona in campo: il Napoli ha una tendenza spiccatamente offensiva. È una squadra ad alto rischio contropiede e questo Benitez lo sa perfettamente». Questo significa che, mantenendo l’atteggiamento tattico del 4-2-3-1, si andrà sempre incontro alle stesse sofferenze? «No, si deve fare una scelta. Se privilegi la fase offensiva bisogna garantire maggiore equilibrio indietro, e quindi schierare un attaccante in meno». Facciamo un esempio pratico. «Due attaccanti come Higuain e Pandev non sono assortiti bene perché rientrano poco. Vedrei benissimo Hamsik titolare fisso, è lui l’ago della bilancia. Ho visto una volta Marek giocare con la propria Nazionale davanti alla difesa, fu perfetto perché ha la capacità di garantire spinta in avanti e contemporaneamente sa coprire la difesa». Trasferiamo questo concetto sul campo. «Io passerei dal 4-2-3-1 al 4-3-3 e farei arretrare Hamsik di almeno venti metri. Marek ci guadagnerebbe, ora gioca spalle alla porta e mi pare troppo sacrificato. La sostanza è questa: ci vuole un centrocampista in più. Guardate la Juve: ha tre centrocampisti con un vertice basso che si chiama Pirlo. Benitez invece preferisce il vertice alto, che garantisce più spinta ma espone a rischi maggiori». Perché i due esterni bassi, Maggio e Armero, difendono male? «Hanno sempre giocato sulla linea di centrocampo e non avrebbero alcuna difficoltà ad adattarsi se avessero davanti a loro una copertura più adeguata. Spesso invece sulla linea mediana il Napoli è in inferiorità numerica. Nel calcio moderno è fondamentale avere in partita la superiorità a centrocampo, anche il Milan di Sacchi, nonostante avesse quei colossi in difesa, si poneva come primo obiettivo quello di garantirsi il dominio in mezzo al campo». È una condanna dover giocare sempre per vincere? Ogni tanto non ci si potrebbe accontentare? «Tra tutte le big, il Napoli è l’unica squadra che deve giocare bene per vincere, le altre ci riescono anche giocando male: questa è la vera condanna».

 

 

Fonte: Il Mattino

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