DIMARO – Napoli sogna e Blerim Dzemaili non ha nessuna intenzione di… svegliarla. Lo svizzero pensa che la squadra che i dirigenti stanno costruendo possa ottenere grandi risultati se a Benitez sarà lasciato il giusto tempo per lavorare, ma anche lui non ha paura a pronunciare la parola scudetto.
Dzemaili, quanto è diverso il calcio di Benitez da quello di Mazzarri?
«Con Mazzarri ho avuto un buon rapporto e non ho mai avuto problemi. Benitez vuole giocare palla a terra e credo che nella rosa abbiamo gli elementi per esprimere questo tipo di calcio. Le idee di Benitez mi piacciono molto: in passato aspettavamo gli avversari e poi andavamo in contropiede, ma la prospettiva di tenere più la sfera e di fare la partita mi stimola molto».
Si tratta di un bel cambiamento…
«Credo ci vorrà tempo per assimilare le quello che l’allenatore ci chiede, ma una grande squadra di tempo ne ha poco… Siamo ripartiti tutti da zero, ma noto che c’è grande voglia di imparare».
Cosa la sta colpendo di più di Benitez?
«Spiega ai giocatori quello che vuole con grande attenzione. Prima a tutta la squadra, poi reparto per reparto, infine ai singoli. In carriera ha vinto tanto e avere un allenatore così per la piazza di Napoli è una cosa bella. Dobbiamo seguirlo e sperare che ci aiuti a vincere. La sua esperienza sarà fondamentale per non perdere per strada quei punti che in alcune partite casalinghe della scorsa stagione non ci hanno permesso di lottare fino alla fine con la Juventus».
Sta nascendo un Napoli da scudetto?
«Siamo una grande squadra e dovremo fare in fretta a capire i nuovi meccanismi. Questa stagione sarà una sfida e tutti vogliamo fare un passo in avanti. Il nostro obiettivo è giocare ogni gara al massimo, non solo in campionato, ma anche in Champions League e in Coppa Italia. Ecco perché dico che non dobbiamo concentrarci solo sullo scudetto. Indossare la maglia del Napoli è una responsabilità importante e vincere in questa città è qualcosa di speciale».
Il gap con la Juventus adesso è ridotto?
«Diciamo che è importante per il Napoli che arrivino giocatori di classe dal Real Madrid, ma sono anche soddisfatto per il calcio italiano perché certe operazioni danno entusiasmo a tutto il movimento».
Si riferisce a Higuan, naturalmente…
«Ufficialmente non c’è stato detto niente, ma se arriverà saremo contenti e lo accoglieremo come abbiamo fatto con Callejon e Mertens perché il nostro è un gruppo molto unito ed eccezionale sotto questo aspetto».
Quanto è pesante l’eredità di Cavani?
«Come ha detto Benitez, tutti dobbiamo sforzarci di segnare di più rispetto al passato. Io vorrei continuare come ho finito la scorsa stagione quando nelle ultime 10 partite ho dato il meglio di me dal mio arrivo a Napoli. Sono contento di aver vinto una Coppa Italia e del secondo posto dell’anno passato, ma voglio altri trofei».
Il Napoli è diventato una società di livello internazionale?
«Si sta guadagnando rispetto all’estero e ha preso giocatori importanti che erano seguiti da altri club. E’ bello per il Napoli, ma anche per il calcio italiano che magari tornerà sui livelli della Premier League, della Bundesliga e della Liga».
Lei, Behrami e Inler: lì in mezzo gli svizzeri in azzurro sgomiteranno per due posti.
«Abbiamo una rosa di 22 giocatori importanti e questo fa aumentare la concorrenza. Tutti sono spinti a dare il massimo e chi va in panchina non deve essere triste, ma pensare alla prossima partita. Ne avremo tante in calendario e tutte importanti».
Come sarà il passaggio del 3-5-1-1 al 4-2-3-1?
«Il nuovo modulo mi piace e giocando con la difesa a 4 e non a 5 come nella passata stagione saremo più alti e più aggressivi. A fare il mediano nel 4-2-3-1 mi trovo alla perfezione: è il ruolo che ho ricoperto più spesso nella mia carriera anche se posso giocare qualche metro più avanti».
Le piacerebbe diventare lo specialista dei calci piazzati del Napoli?
«Può essere una soluzione. Abbiamo provato e ne abbiamo parlato. Io credo di avere un buon tiro, poi vedremo».
Le piace la nuova preparazione atletica impostata da Benitez?
«Il calcio si gioca con la palla e a me piace molto questa preparazione. E’ più facile correre con il pallone al piede piuttosto che correre a vuoto».
Fonte: Corriere dello sport
La redazione
F.G.
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