Il bomber di Pomigliano Antonio Di Natale ha rilasciato una lunga intervista ai colleghi de Il Mattino. Ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione:
“Tra un mese compio 37 anni, qual è il mio segreto? Solo la voglia di giocare e di allenarmi. Giocare a calcio mi diverte ancora, forse questo è il mio segreto. Mio obiettivo stagionale? Spero di arrivare a 200 reti segnate in Serie A (ora è a 195, ndr). A 205 c’è poi un certo Roberto Baggio, spero di raggiungere e superare anche lui. L’Udinese è un esempio da seguire nel calcio italiano in crisi? La famiglia Pozzo ha sempre fatto investimenti e spese secondo la grandezza della piazza. In questo modo si è potuto arrivare alla scoperta continua di giovani talenti che hanno permesso alla squadra di assestarsi sempre su livelli medio-alti in campionato. Legame con Napoli? Napoli è la mia città, c’è la mia famiglia. C’è il legame che ogni napoletano che vive fuori prova per le sue origini. Quando posso torno per trascorrere un po’ di tempo con famiglia e amici. Da napoletano, qual è la prima cosa che rimpiango di Udine quanto torno nella mia terra? Non si possono paragonare due realtà così diverse. C’è una differenza di più di un milione di abitanti tra le due città, è normale che ad Udine ci sia più tranquillità e meno stress. Napoli ha molti lati positivi, anche se spesso si parla solo dei suoi problemi…Cosa penso guardando tutti questi stranieri nelle squadre italiane? Il calcio è cambiato ma non è vero che gli stranieri tolgono spazio agli italiani. Se un calciatore italiano è bravo, gioca. Il problema è la difficoltà incontrata dai giovani, stranieri o italiani che siano, nell’affermarsi in prima squadra. All’estero se un ragazzino è forte lo gettano subito nella mischia, in Italia no. A chi devo dire grazie se a 37 anni sono il bomber più importante della serie A? Prima di tutto alla mia famiglia, poi all’Udinese che con la sua organizzazione da top club permette ai suoi giocatori di pensare esclusivamente al campo. I tre calciatori più importanti degli ultimi venti anni escludendo il mio amico Montella? Come faccio ad escludere Montella? Mettiamo anche lui, è stato un fuoriclasse. Dico poi Cannavaro e Ferrara, hanno vinto tantissimo. Due cose che mi piacciono di Benitez? Non lo conosco di persona, come allenatore posso dire che mi piace il suo modo di affrontare le partite. Il Napoli è una squadra molto offensiva che dà molta importanza alla fase propositiva. Sono un attaccante, per questo forse mi è venuto in mente questo aspetto. Higuain è il mio grande avversario per la corsa al titolo di capocannoniere? Higuain è un grande campione ma ci sono tanti attaccanti che concorrono alla lotta del titolo. Spero di ritagliarmi un posto…Il Napoli può vincere lo scudetto? La Juventus mi sembra ancora la favorita ma gli azzurri possono rendere la vita difficile a tutti. Ha fatto bene Immobile ad andarsene? In questo momento storico, se non arrivano offerte importanti nel proprio Paese è giusto che un calciatore decida di andare all’estero. Il mio rimpianto con l’Italia? Non aver partecipato alla spedizione dei Mondiali nel 2006 e perdere la finale degli Europei contro la Spagna. Come andare a Roma e non vedere il Papa…Insigne fa fatica a Napoli: difficile per un napoletano giocare al San Paolo? I napoletani sentono sempre di più la pressione, è normale che sia così. Insigne ha fatto vedere che ha la stoffa per fare grandi cose, gli basterà ritrovare la tranquillità e fare qualche bella giocata per riguadagnarsi l’affetto del pubblico”.
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