Una frenata dopo un lungo periodo vissuto al top. Di momenti così ne ha vissuti anche lui, a tutti i livelli, in tutte le categorie. Delio Rossi, uomo di campo, uomo di calcio non ha dubbi: il Napoli ne verrà subito fuori alla grande.
«Un momento in cui ti gira un po’ storto fa parte del calcio. Proprio in questi fasi bisogna credere ancora di più in se stessi, all’interno del gruppo evidenziare gli aspetti positivi e non quelli negativi. Accrescere l’autostima. Il Napoli è lo stesso di quindici giorni fa, la stessa squadra che da tre anni a questa parte si esprime ad altissimi livelli».
Andrebbe cambiato qualcosa a livello tattico?
«No, potrebbe essere controproducente. L’atteggiamento del Napoli è consolidato e poi Mazzarri sta anche cambiando a seconda delle situazioni. In generale il Napoli quest’anno è meno arrembante ma più saggio. In questo sta acquistando la mentalità delle grandi squadre e poi è una scelta dovuta al fatto che è cambiato qualche protagonista. Senza Lavezzi c’è più equilibrio di squadra ma perdi qualcosa in imprevedibilità».
Ritiene il Napoli troppo Cavani-dipendente?
«Sinceramente no. Cavani è il fiore all’occhiello della squadra, come ad esempio lo è Klose per la Lazio, questo è evidente. Ma i gol nel Napoli li fa anche Hamsik, un protagonista fondamentale e Pandev lo considero un grande attaccante».
E Insigne?
«Un ragazzo di qualità ma con lui non bisogna avere fretta perché si è appena affacciato nel campionato di serie A. El Shaarawy quest’anno è esploso, cioè alla seconda stagione di Milan. L’anno scorso fece vedere solo in parte le sue qualità anche perché aveva meno spazio. Penso anche a Giovinco che nella Juve ha avuto bisogno di tempo».
Come spiega il calo del Napoli?
«Ha cominciato ad agosto con la Supercoppa e anche se l’Europa League non è la Champions si gioca ogni tre giorni, quindi non ci si può allenare al meglio. Un calo di brillantezza è fisiologico. Nel Napoli si evidenzia di più, come nella Juve, perché stiamo parlando di squadre che si esprimono al massimo quando vanno sopra ritmo. E questo non sempre è possibile».
E il pari deludente con il Torino?
«Al 91esimo il Napoli aveva vinto, un episodio negativo ha determinato il pari del Torino. I giudizi sono influenzati dai risultati. Se il Napoli avesse vinto, pur non giocando una delle sue migliori partite, ora si sottolineava che era di nuovo a meno tre della Juve».
Napoli terzo, stagione lunga: che pensa?
«Penso che il Napoli è perfettamente in linea con gli obiettivi stagionali e cioè centrare la qualificazione in Champions League. La Juve ha qualcosa in più, poi se il Napoli fa un qualcosa di veramente eccezionale, andando oltre le righe, e i bianconeri calano si può pensare a un inserimento degli azzurri nella corsa al primo posto».
E l’Inter?
«È la squadra che mi sta impressionando di più, quella che sta giocando il miglior calcio e ha vinto con pieno merito contro la Juve. Ma non credo sia superiore al Napoli».
Mazzarri è un po’ come lei: stressante vivere il ruolo di allenatore con pieno coinvolgimento?
«Direi proprio di sì. Penso anche a Guidolin ad esempio. Si tratta di attimi, poi ti ricarichi subito. Mazzarri è un combattente e trova dentro di sé sempre grandissime motivazioni. A Napoli ha fatto cose straordinarie».
Domani l’Europa League, come affrontarla?
«Vincere farebbe bene al morale. Ma il Napoli quest’anno la sua scelta l’ha già fatta: punta al campionato. Come l’anno scorso quando puntò sulla Champions League».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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