Sostiene Alex Del Piero, il Pinturucchio tanto caro all’avvocato Agnelli, che questo Napoli non può che trarre beneficio dall’addio di Higuain. Un azzardo, forse. Ma se lo dice lui, che nella Juve ha vissuto decine di addii (come quello di Zidane) senza quasi mai avere ripercussioni sui risultati e sui verdetti finali, allora c’è da ragionarci sopra. Nelle ultime 48 ore Del Piero ha commentato negli studi di SkySport prima l’anticipo tra Palermo e Napoli e poi l’intera giornata calcistica di ieri.
«Prima tutto ruotava attorno all’argentino, ora gli altri hanno licenza di colpire». Ecco, il Del Piero pensiero. Gli altri attaccanti come degli 007, con licenza di fare gol invece che di uccidere. D’altronde ad aver capito già tutto con anticipo, molto prima del diluvio di gol in queste prime tre giornate era stato, al solito, Pepe Reina: «Higuain non ci mancherà. In attacco senza di lui, magari sarà Callejon a fare più reti, così come era accaduto nel primo anno di Rafa Benitez». Cavolo, che veggenza. E allora, eccolo Del Piero in versione commentatore che interpella Sarri proprio su questo aspetto: «Ho visto le ali fare un lavoro di accentramento maggiore rispetto a quando c’era Higuain». Sarri fa sì con la testa. E allora l’ex juventino aggiunge: «Può suonare strano ma l’addio di Higuain favorisce il Napoli sotto un aspetto: senza l’argentino ora c’è uno spazio di manovra maggiore per gli altri che si inseriscono, come ad esempio gli esterni offensivi. Milik e Gabbiadini infatti non sono così accentratori come lo era Gonzalo e questo perciò esalterà le qualità dei vari Mertens, Callejon, Hamsik, Insigne, Zielinski».
Del Piero è uno che se ne intende. E i numeri gli danno ragione. Spiega ancora: «Ogni passaggio filtrante in passato era per Higuain mentre ora ci sono più giocatori pronti a poter finalizzare. E allora non c’è nulla da meravigliarsi se Callejon è già arrivato a quota 4 reti segnate, Insigne e Mertens ogni volta che vanno in campo brillano». In pratica, senza più punti di riferimento là davanti, l’imprevedibilità ha il sopravvento».
Anche Adani, da difensore, è d’accordo. «Chi portava palla prima aveva come primo e unico obiettivo innescarlo, trovare il modo per metterlo nelle condizioni di segnare. Ora è diverso: Jorginho e gli altri alzano la testa e servono il giocatore che sta posizionato meglio. Senza avere una prima scelta».
fonte:ilmattino
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