«Chi può rimanere indifferente rispetto a delle cose che ci coinvolgeranno tutti per il resto della nostra vita». Lo ha detto il portiere giallorosso Morgan De Sanctis a margine dell’evento TEDxYouth organizzato all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Il riferimento dell’estremo difensore è all’attentato di ieri a Parigi che ha causato 128 morti oltre a 200 feriti: «Ho sentito in queste ore parlare di nessun aggettivo possibile per descriverlo e confermo questa linea».
Ad assistere alla partita amichevole tra Francia e Germania sugli spalti c’era il tecnico Rudi Garcia, mentre in campo i compagni Ruediger e Digne: «Per quello che può valere noi della squadra siamo in perennemente in contatto, quindi il nostro team manager ci ha informato che le persone della Roma che erano a Parigi stavano tutte bene. È stata una notte terribile per tutti quanti, sia per chi è stato coinvolto direttamente, ma anche per quelli che si sono resi conto da casa di quello che stava succedendo».
LA CURVA SUD
Tra i più critici contro quelli che (non tifosi) hanno criticato aspramente la squadra lo scorso anno. De Sanctis torna sull’assenza dei tifosi in Curva Sud, facendo riferimento in parte alle parole di Sabatini: «Quando si parla di tifosi non bisogna generalizzare, ci sono i tifosi che sono la maggior parte e poi ci sono altri che non so come definire. Rispetto a quello successo lo scorso anno (gli sputi dopo Roma-Fiorentina di Europa League ndr) spero che l’intervento preso della federazione funzioni da deterrente». Poi l’auspicio: «Sarebbe fondamentale che i tifosi della Roma ci fossero allo stadio, devono tornare e rispettando il programma stabilito dalle istituzioni. Devono capire che per noi è fondamentale averli al nostro fianco, tornassero allo stadio e dimostrassero di essere vicini alla squadra in modo corretto e poi credo che le istituzioni saranno comprensive e ristabiliranno la normalità».
IL FUTURO
In panchina da inizio stagione De Sanctis non sembra soffrire il ruolo da antagonista: «Sto bene, in questo momento non mi sento al di fuori di quello che è il mio compito di calciatore professionista. E se queste condizioni continueranno anche a giugno non ci penso minimamente a smettere. Per adesso i portieri della Roma ci sono, sono bravi e garantiscono un buon rendimento. Per quanto riguarda il ruolo del portiere penserei meno al protagonismo e più alla qualità e continuità dei risultati. A Szczeny diamogli fiducia senza pensare agli scenari futuri, che non dipendono solo ed esclusivamente da lui. È stato onesto sotto tutti i punti di vista, forse questa onestà poteva metterla in secondo piano invece ha detto tutto quello che doveva dire».
Sul rinnovo: «Non c’è premura, io mi sento giocatore e la mia priorità è la Roma dove mi sono fermato a vivere. Se decidessi di continuare a giocare vorrei farlo nella Roma. Deciderò insieme alla società, sono un giocatore maturo e conosco i miei diritti e doveri: non metterò mai nessuno con le spalle al muro nè voglio essere messo io con le spalle al muro. I professionisti si comportano come faccio io, non cambiano atteggiamento in base al loro essere o non essere protagonisti».
fonte: ilmattino
