Il numero uno azzurro Aurelio De Laurentiis ha parlato dettagliatamente della questione stadio nel corso della lunga intervista concessa a Il Mattino: “Vincere in Europa con uno stadio anacronistico? A differenza di quanto accade in Spagna, in Germania e nel Regno Unito, in Italia la crescita del calcio è ostacolata da certe leggi figlie del menefreghismo e della cecità dei politici. Che un po’ per ignoranza un po’ per populismo fingono di non capire quanto sia importante e formativo questo sport per i giovani. Così, prima si immagina una legge per creare impianti sportivi e per proteggere l’equilibrio economico e finanziario delle società,e poi la si stravolge per fare un dispetto a Lotito e alla Sensi, con la finta giustificazione di voler evitare speculazioni edilizie. Come se durante un periodo di stagnazione, come quello che ancora attraversiamo, ci fossero voglia e interesse a investire nel mattone. A Napoli devo aspettare che maturino certe opportunità per decidere se trasformare il San Paolo in uno stadio modello, con tutti gli ostacoli burocratici che ne deriverebbero, o se invece costruire un nuovo impianto, per esempio a Bagnoli, una volta effettuatala bonifica. Certo, con la caduta di Renzi, tutto si è rallentato. Ma io spero che e si trovi una soluzione in quell’area. Altrimenti dovremo trovare un altro spazio.Ma una cosa è certa: non è il San Paolo la soluzione finale. Il San Paolo ha una copertura che andrebbe eliminata e portata a smaltimento. Poi ha il problema di vincoli architettonici e, da ultimo, una viabilità intorno difficilmente modificabile.Ci sono palazzi che potrebbero soffrire di inquinamento acustico e statico perle vibrazioni.Qualcuno,in maniera un po’ superficiale,mi ha chiesto: ma non potresti abbatterlo e ricostruirne un altro più moderno? È un’ipotesi suggestiva, ma dove giocherebbe il Napoli, una volta demolito il San Paolo, e in attesa del nuovo impianto? Già sarebbe alquanto complesso trasformarlo mentre si gioca, figuriamoci sostituirlo con uno nuovo. Quindi, dopo aver offerto un finanziamento di 35 milioni, più altri 40 milioni per costruire spazi commerciali, devo ringraziare il sindaco e il consiglio comunale di avere bocciato la mia proposta. Avrei buttato tutti questi soldi senza fare crescere più di tanto il Calcio Napoli. Però sa qual è la cosa che mi dà fastidio? Che la gente creda che il San Paolo sia mio.E che il fatto che non venga manutenuto dipenda da me. Invece ho investito svariati milioni in questo stadio,e ancora devo riaverli indietro. Ma oggi, tra l’altro, mi è impedito di investire ulteriore denaro in ristrutturazioni che, com’è noto, competono al Comune. Mutuo di 25 milioni ottenuto dal Comune grazie al credito sportivo? Dubito fortemente che quelle somme serviranno a cambiare il San Paolo. Per non farci sottrarre dalle squadre del centro-nord i nostri giovani talenti, stiamo progettando di fare nei prossimi 24 mesi una nuova casa del Napoli per il reparto giovanile, con otto campi di calcio, palestre, piscina, alberghi e scuola. Magari riusciremo a tenerci i ragazzi migliori. In attesa che qualcosa nel Paese cambi e il nuovo ministro per lo sport, che finalmente c’è, progetti una legge credibile per finanziare i nuovi impianti”.
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