Gigi De Canio ha concluso da pochissimo l’avventura con il Genoa. Ex allenatore del Napoli quando può segue da vicino gli azzurri, lo fece l’anno scorso all’Olimpico di Roma in occasione della vittoria in Coppa Italia del Napoli sulla Juventus.
Non c’è Cavani, gioca Insigne: tatticamente che cosa cambia?
«Con Cavani in campo il Napoli tende più alla verticalizzazione, con Insigne diventa più manovriero».
E le differenze tra il Matador e Lorenzinho?
«Cavani è un attaccante particolare, atipico, copre tutte le zone del campo, va in profondità e poi insegue gli avversari per recuperare palla in fase difensiva. Ha doti fisiche straordinarie ed è implacabile in zona gol. Insigne è diverso anche se la qualità è dello stesso livello. Più un fantasista, efficace davanti alla porta».
Tutti e due decisivi?
«Sì, tutti e due decisivi, tutti e due estremamente concreti. Ma è ovvio che Cavani è già un campione affermato, di grande esperienza, da anni nel giro della sua nazionale. Insigne è un ragazzo che adesso si affaccia alla serie A e deve crescere con calma. Non gli si possono chiedere le stesse cose che fanno Cavani, Pandev e Hamsik. Lorenzo è un attaccante forte ma non va pressato».
Insigne può segnare il gol decisivo a Bergamo?
«Certo, può segnare il primo gol in trasferta dopo aver segnato al San Paolo. Di gol ne ha fatti tantissimi a Pescara, anche se in serie B, ed è stato decisivo con l’Under 21. Sì, un suo gol può decidere la partita contro l’Atalanta».
Partita difficile anche per motivi «ambientali»?
«No, partita difficile semplicemente per la forza dell’Atalanta soprattutto per le partite in casa. In campo vanno i giocatori e sono loro a vincere o perdere le partite. Per quanto riguarda l’ambiente mi auguro che non ci siano atteggiamenti razzisti, ovviamente deprecabili da tutti i punti di vista».
Insigne-Pandev e poi?
«E poi tutto il Napoli. Hamsik, Inler, Maggio. Cavani è quello che segna di più e lotterà per la classifica dei cannonieri ma nel Napoli sono tanti gli elementi pericolosi, da questo punto di vista lo definirei una cooperativa del gol».
Lotta scudetto come la vede?
«Apertissima, siamo ancora alla nona giornata. La Juve leggermente favorita, poi Napoli e Inter. Le romane possibili outisder».
Percentuali per il tricolore?
«Juve quaranta per cento, Napoli e Inter trenta».
Quindi, ha grande fiducia nel Napoli?
«Grandissima fiducia. Il Napoli è da anni ai vertici, ormai abituato a lottare per traguardi importanti come lo scudetto. Secondo me poteva lottare anche l’anno scorso per il tricolore senza la distrazione Champions».
Le polemiche per i favori ricevuti dalla Juve a Catania?
«Il Napoli deve pensare solo a se stesso. I vantaggi e gli svantaggi alla fine si compensano soprattutto tra le grandi del campionato. E il Napoli in questo momento è una grande. Da questo punto di vista sono di più le piccole squadre a doversi preoccupare».
Mazzarri non ha ancora deciso sul suo futuro: che ne pensa?
«Sono situazioni sue ed è liberissimo di pensare nella maniera che ritiene più opportuna».
Nella scalata del Napoli quanto sono i meriti di Mazzarri?
«I risultati del Napoli negli ultimi anni parlano da soli. I meriti di Mazzarri sono sotto gli occhi di tutti. Il Napoli è una grandissima realtà in Italia il frutto di una programmazione societaria e della continuità del progetto».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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