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Daniel Fonseca: “L’impresa al San Mames è possibile. Higuain può battere il mio record…”

Al San Mamés di Bilbao ci vorrebbe Fonseca. «Magari Higuain riuscisse nella stessa impresa ma andrebbe bene anche segnare la metà dei miei gol». Ventidue anni fa, Daniel Fonseca detto “el tigre”, scrisse la storia del Napoli e del calcio europeo. Cinque gol a Valencia in una stessa partita non li ha mai segnati nessuno. Oggi l’ex bomber del Napoli vive tra Como e Montevideo e  gestisce la procura di molti calciatori uruguaiani.
Che notte quella notte, ricorda Fonseca? «È trascorso un tempo enorme ma quella è stata la notte più importante della mia carriera. E la più bella. Ci vollero settimane e settimane per rendermi conto di quello che avevo fatto, ora lo posso dire: fu un’impresa».
Era il Napoli del ’92 con Ranieri in panchina che aveva avviato la ricostruzione post-maradoniana. Coppa Uefa, match di andata al Mestalla di Valencia, un ambientino niente male. «Ce l’avevano tutti con me già prima che iniziasse la sfida. Mi accolsero al grido di “pesetero, pesetero”, che vuol dire mercenario. Il Valencia mi voleva a tutti i costi ma io scelsi il Napoli, gli spagnoli non me lo perdonarono».
E in campo arrivò la tremenda vendetta. «Sinceramente non so fino a che punto mi gasai per quella contestazione. Non ascoltavo i loro fischi, volevo solo fare un gol per la mia squadra».
Esagerò, ne fece addirittura cinque. “Uno nel primo tempo e quattro nella ripresa, nel giro di venti minuti. Ogni pallone che toccavo finiva in rete, una cosa incredibile».
Compagni d’attacco erano anche un certo Careca e un certo Zola…«Niente male come tridente, eh? Careca fu fantastico, sfornava assist a ripetizione e creava spazi nei quali io andavo a nozze perché gli spagnoli attaccavano a testa bassa. Più prendevano gol e più venivano avanti».
Il ricordo più divertente di quella serata? «Due. C’era un’orchestrina piazzata in un angolo del campo che suonava ininterrottamente per dare la carica agli spagnoli. Smise dopo il mio quarto gol… E poi la faccia di mio nonno Rogerio, che viaggiò con me in quella trasferta. A fine partita mi disse: ma hai capito bene cosa hai combinato stasera?»
Lei disinnescò la polveriera del Mestalla, adesso il Napoli andrà nell’inferno del San Mamés. «Quello è un campo tosto, la gente mette pressione ma la squadra azzurra non è fatta di ragazzini. C’è gente nella formazione di Benitez abituata ai grandi palcoscenici internazionali e che sa affrontare certe situazioni»
L’1-1 del San Paolo è penalizzante?«Non è il risultato ideale. È stata una partita strana, il Napoli ha giocato bene il primo quarto d’ora e gli ultimi venti minuti. Ha  rischiato di perdere e di subire il secondo gol fino a un certo punto, poi dopo poteva segnare anche tre reti».
Intanto s’è nuovamente interrotto il feeling tra Insigne e la tifoseria. «Napoli è una piazza esigente e lui è ancora molto giovane. La tensione di una gara, soprattutto quando stai perdendo e devi rimontare, gioca brutti scherzi. Lorenzo deve ritrovare la tranquillità e giocare semplicemente come sa, senza voler strafare a tutti i costi. È napoletano e la gente si aspetta sempre qualcosina in più ma tutto sommato sono fischi d’amore».
Come la mettiamo adesso a Bilbao? «Bisogna fare un gol subito, possibilmente prima dei baschi e mettere la partita in discesa. Non
credo che loro giocheranno per lo zero a zero, proveranno a comandare il gioco perché queste sono le caratteristiche. Sarà fondamentale reggere in difesa e mantenere anche lo zero a zero, tanto il Napoli prima o poi il golletto lo fa».
Se poi Higuain fa il Fonseca...«Non ci tengo ai record, prima o poi arriverà qualcuno che farà meglio. Ma a Gonzalo basterebbe
una semplice doppietta per accompagnare il Napoli in Champions».

fonte: il mattino

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