Serse Cosmi, 54 anni, è reduce dall’esperienza al Lecce, con cui ha sfiorato la salvezza dopo una splendida rimonta.
Ha qualche rimpianto per come si è conclusa la stagione?
«C’è grande amarezza perché Lecce merita ampiamente la serie A. Purtroppo nelle ultime gare ci è mancata la forza fisica per produrre l’ultimo scatto. Dal punto di vista personale, tuttavia, sono più che soddisfatto».
Come giudica la stagione del Napoli?
«Va letta in due modi, tenendo conto che è stato impegnato in tre competizioni. In campionato ha vissuto di alti e bassi ed è uscito presto dalla lotta al vertice, ottenendo meno delle proprie potenzialità. Si è rifatto in Champions e con la conquista della coppa Italia, un trofeo che per una città come Napoli deve rappresentare un punto di partenza».
Lo scudetto è una chimera?
«Al momento resta un’impresa titanica, perché la distanza tra Juventus, Milan e Inter da Napoli, Lazio, Roma e Fiorentina è ancora ampia. C’è la stessa differenza degli anni ’80, quando gli azzurri ebbero la fortuna di avere con loro un certo Maradona che, tra le altre cose, rese vincente anche la mentalità degli altri grandi calciatori di quella squadra».
Servono altri calciatori di primo livello?
«Bisogna aggiungere altri campioni. Sento parlare solo di tre tenori che, in quest’ottica, significa un orizzonte limitato. Per vincere il Napoli deve avere 1-2 fuoriclasse o 7-8 tenori e non solo tre».
La possibile partenza di Lavezzi sarebbe pesante?
«Sicuramente, perché – non me ne voglia Hamsik che è un ragazzo eccezionale e grandissimo calciatore, ma il Pocho è l’unico insostituibile. Il calcio però va avanti per cicli, dipende anche dalla voglia del ragazzo. Ci può stare che intenda provare altre esperienze, cinque anni in una squadra non sono pochi».
De Laurentiis vuole puntare sui giovani per vincere, fa bene?
«Sì, sono con lui, farlo nel calcio di oggi è intelligente e per molti versi è addirittura indispensabile. I giovani hanno limiti di esperienza ma anche motivazioni grandissime. È chiaro che ai talenti vanno aggiunti sempre elementi più esperti».
Insigne può già diventare l’erede di Lavezzi?
«Ha qualità da fenomeno. Inutile far giocare i giovanissimi solo nelle ultime due gare, ci vuole coraggio per lanciarli, bisogna farli giocare con continuità».
Come ha fatto lei con Muriel e Cuadrado: sono già pronti per una big?
«Sono due talenti diversi. Muriel era al primo anno di serie A, è un ’91 ed è un diamante puro che deve ancora migliorare. Ha qualità importantissime ed è già pronto per una grande, perché può solo crescere allenandosi con giocatori di qualità. Cuadrado va inserito in certi contesti, ha grandissime qualità e qualche limite. Deve migliorare, di certo non è Maggio. In ogni caso sarà dura strapparli all’Udinese, che è notoriamente una bottega molto cara».
Il futuro di Mazzarri a Napoli non è sicuro: lei pensa che ci sarà il divorzio?
«Non lo so ma non credo. Da lontano ho la chiara sensazione che il ciclo del club con Mazzarri non sia finito, assolutamente. Il Napoli può ancora vincere con l’allenatore che ha, da quando c’è lui, gli obiettivi stagionali sono stati puntualmente centrati ogni anno».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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