Nei suoi ricordi sono rimaste le vittorie contro le grandi. «Juve, Milan, Inter: quell’anno le abbiamo battute tutte al San Paolo». Matteo Contini, varesino di Gemonio, sente ancora battere il cuore napoletano. «Ho trascorso in quella squadra e in quella città due anni e mezzo splendidi. Me la giocherò con il Siena, se sarò scelto dall’allenatore, però non sono a caccia di rivincite».
Contini fu uno dei 10 acquisti del Napoli dopo il ritorno in A, estate 2007.
«Trovai un ambiente carico di entusiasmo a pochi mesi dalla promozione. C’era un allenatore di grande esperienza come Reja, la squadra giocò bene e il San Paolo diventò inespugnabile: qui persero tutte le grandi. E la vittoria sul Milan ci consentì di qualificarci per l’Intertoto».
Il Napoli perse a Lisbona contro il Benfica e diede l’addio al sogno di partecipare alla coppa Uefa.
«Ci furono sullo 0-0 un palo di Cannavaro e un’occasione mancata da Zalayeta: ci disse male quella notte in Portogallo, uscimmo immeritatamente dal giro europeo».
Titolare della difesa azzurra fino al 2009, quando arrivò Mazzarri: ultima partita giocata il 13 gennaio 2010 in coppa Italia contro la Juve, poi la cessione al Real Saragozza.
«Il distacco è stato un po’ amaro. La società, senza che io ne sapessi niente, era già d’accordo con il club spagnolo per il prestito. Ero chiuso nel Napoli e così decisi di fare quella esperienza. Pensavo di restare quattro mesi e invece…».
E invece?
«Alla scadenza del prestito, il Napoli mi comunicò che non rientravo più nei piani tecnici. Emarginato in ritiro, mi sentii come uno a cui chiudono le porte in faccia e firmai per la cessione a titolo definitivo al Real Saragozza. Nella scorsa estate sono stato trasferito in prestito al Siena, che dovrà riscattarmi in caso di salvezza».
Che rapporto ha avuto con Mazzarri?
«Normale, da giocatore ad allenatore. Ognuno ha fatto delle scelte e io ho ovviamente rispettato le sue. Niente contro il tecnico, assolutamente».
L’esperienza in Spagna è stata importante, ha giocato contro fuoriclasse del calibro di Messi e Cristiano Ronaldo.
«Più che affrontarli o marcarli, in campo li ho visti passare… Scherzi a parte, sono stati momenti esaltanti. La Liga è differente dal nostro campionato. In serie A si privilegiano gli aspetti tattici e tecnici, in Spagna viene esaltata la qualità e al primo posto c’è lo spettacolo».
Di spettacolo sanno darne anche Cavani, Hamsik, Lavezzi e Pandev.
«Mi sono allenato con Hamsik e Lavezzi, li ho visti maturare nei primi anni napoletani: due giocatori fantastici. Per Cavani e Pandev parlano la loro storia e i loro numeri. Gli attaccanti del Napoli sono tra i più forti in circolazione, sarà una sfida durissima per il Siena. Ma giocano proprio tutti?».
Da esperto della materia, condivide le critiche rivolte alla difesa della sua ex squadra?
«Il Napoli ha pagato lo sforzo compiuto in Champions, ecco perché in alcune partite i giocatori sono andati in difficoltà. Ma non si possono mettere in discussione Cannavaro, Campagnaro, Aronica, difensori di altissimo livello».
Ritrova il Napoli due anni dopo quella partita contro la Juve in coppa Italia, l’ultima.
«L’effetto sarà bellissimo, ne sono sicuro. Le maglie azzurre, gli ex compagni, i tifosi. So che ne arriveranno tanti a Siena. La gente si è comportata sempre bene con me, sostenendomi negli inevitabili momenti di difficoltà. I napoletani riescono a mettere in secondo piano la qualità e apprezzano gli sforzi di chi gioca con il cuore e dà tutto per la maglia, quelli che non mollano mai. Il Napoli è un avversario di alto livello, cercheremo di strappare un punto con le unghie».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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