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Conte: “Oggi in Italia ci sono solo due squadre. Juve e Roma lotteranno fino alla fine”

"Mi piacerebbe che in serie A giocassero più italiani""

ROMA – «De Rossi è un esempio e cercai di portarlo alla Juve durante il mio primo anno in bianconero. Ci ho provato ma lui ha sempre pensato alla Roma e l’ha sempre vista come unica squadra italiana». Parola del ct azzurro Antonio Conte che ai microfoni di Sky Sport ha rilasciato parole d’amore per il centrocampista giallorosso. «Ha subìto molto la disfatta ai Mondiali ma si è messo subito a disposizione. Lui è un esempio per i più giovani», ha detto Conte. «La Champions? Mi auguro di vincerla un giorno. Se sarà con la Juventus o con un’altra squadra, questo non lo so. Ora ho altri sogni che sono superiori alla Champions, il mio pensiero adesso è indirizzato esclusivamente alla Nazionale».

FRASI TOTTI – Conte ha commentato anche le parole di Totti sulla Juve: «Oggi sono il ct della Nazionale e tutte queste situazioni le guardo in maniera molto distaccata. Oggi in Italia ci sono solo due squadre e il duello fra Juve e Roma andrà avanti fino alla fine della stagione. Ci saranno altri scontri dialettici», ha detto Conte.

JUVE DI ALLEGRI – «Perchè non sono ancora andato a trovare Allegri alla Juve? Ci ho provato due volte, ma sono stato respinto. Nel senso buono della parola, ovviamente. Sono amici, sarà un piacere andare a trovarli. Se questa è la Juve di Conte o di Allegri? Sono confronti inevitabili dopo tre anni fatti in maniera straordinaria. Adesso, però, è iniziato un nuovo ciclo ed è giusto che questa sia la Juve di Allegri», ha proseguito il ct azzurro.

SERIE A IN CRISI – Capitolo calcio italiano. «Purtroppo il calcio italiano paga dei problemi economici che ci mantengono distanti dagli altri campionati. Attraverso il lavoro dobbiamo riguadagnare posizioni che abbiamo perso, nessuno ci regalerà niente per grazia ricevuta. Non bisogna buttare fumo negli occhi dei tifosi. Purtroppo non siamo più un punto di arrivo per i migliori calciatori. Siamo un paese secondario rispetto a Inghilterra, Germania e Spagna. Abbiamo perso un po’ di appeal per tanti motivi, tra cui la violenza negli stadi. Trovi cose in Italia che all’estero non trovi. Mi piacerebbe vedere in Serie A qualche italiano in più, vorrei avere una scelta più ampia», ha dichiarato il ct azzurro.

BALOTELLI – Su Balotelli Conte è chiaro: «Le convocazioni devono essere meritate. Non c’è preclusione nei confronti di nessuno, ma ogni convocazione deve essere giustificata. L’importante è che chi viene in Nazionale dimostri di volere questa maglia. Pellè? Se è arrivato a questa età in Nazionale vuol dire che ha meritato tutto questo. Tre anni fa faceva panchina al Parma, poi è andato in Olanda ed è cresciuto molto e ora è un giocatore che sta facendo molto bene. L’ho trovato molto più maturo rispetto a quando è andato via dall’Italia».

PIRLO E BUFFON – Per Pirlo e Buffon solo parole al miele: «Oggi abbiamo Perin che può ripercorrere la strada di Gigi ma Buffon ha iniziato prestissimo e il fatto che abbia toccato quota 500 gare è davvero qualcosa di straordinario. Merito della sua professionalità. Pirlo? Da parte sua c’è stata grandissima disponibilità a tornare in qualsiasi ruolo. Se serve un miracolo per vincere l’Europeo? Parlare oggi di vittoria è prematuro, adesso dobbiamo pensare alla qualificazione. Se da me ci si aspetta sempre troppo? E’ inevitabile. Anche alla Juventus è stato così. Io con i bianconeri ho partecipato per due anni alla Champions e il primo anno siamo arrivati tra le prime otto, obiettivo dichiarato per questa stagione, e l’anno dopo siamo arrivati in semifinale di Europa League. Nonostante ciò, le mie avventure in Europa sono sempre state viste come un fallimento. Questo, comunque, per me è un motivo in più per fare bene, uno sprone. Questa è una Nazionale che si sta costruendo. Abbiamo creato una piccola fiammella di entusiasmo ed è giusto che si alimenti».

NAZIONALE – La sua Nazionale ricorda la sua prima Juve: «Ci dobbiamo ricordare che si arriva da un fallimento e se c’erano dei problemi prima non possono essere risolti in due mesi. Siamo partiti bene, proponendo nomi nuovi e abbassando l’età media. La nomination per il Pallone d’Oro degli allenatori? E’ un riconoscimento per il lavoro svolto e una spinta per fare ancora meglio in futuro», ha concluso Conte.

Fonte: Corriere dello Sport

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