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Ciro Ferrara: “Questo Napoli e quello di Maradona? Il clima è lo stesso, occorrerà vincere”

"Il segreto del Napoli attuale? Non fa partire i campioni"

Quando può, piomba a Napoli per trascorrervi qualche giorno con familiari ed amici. In questi giorni il Coni di Napoli lo ha premiato quale migliore tecnico dell’anno alla guida della Nazionale Under 21. E Ciro Ferrara si è sentito rivolgere le domande: ce la farà il Napoli a recuperare posizioni in campionato? Se la può giocare con il Chelsea? Ferrara ha risposto a tutti distribuendo ottimismo ma anche lasciando trasparire il suo attaccamento per il Napoli. «Ragazzi, bisogna essere solo soddisfatti di quanto fatto finora. Vedo il futuro roseo. La società ha avviato un progetto importante e la squadra è affidata in buone mani» , ha ripetuto. E a chi gli chiedeva se gli sarebbe piaciuto allenare un giorno la squadra con la quale ha vinto scudetti e Coppe, imitando il percorso di Conte alla Juventus, ha semplicemente sorriso, aggiungendo: «E poi, c’è Mazzarri che è bravissimo. Io con l’Under 21 sto vivendo un momento fantastico» .
Ferrara non ha mai smesso di seguire il suo Napoli. Anche nei momenti più delicati. Ma ora gioisce per i risultati ottenuti dal club di De Laurentiis. E si mostra felicemente stupito dall’escalation degli azzurri. Nell’under 21 si coccola Insigne, napoletano come lui: «Forse è meglio che maturi ancora un po’ lontano da Napoli. Ma in futuro, vorrei vederne tanti in prima squadra e restarvi» . Lui e Fabio Cannavaro, invece, dovettero emigrare per rimpinguare le casse del club. Altri tempi. Ferrara, un anno ricco di soddisfazioni: la sua Under 21 ha fatto l’en plein nel girone.
«E’ vero, non posso che essere contento. Ho trovato un gruppo di ragazzi straordinari e con tanta voglia di emergere. Non smetterò mai di ringraziarli ed a loro dedico il premio ricevuto dal Coni a Napoli. Tra qualche anno vedremo tanti di loro a grossi livelli».
Ottimista per il futuro?
«Con i giovani ci vuole tempo, pazienza e dedizione. In Italia non è mai mancata la materia prima ma non sempre i giovani trovano spazio per emergere nei grossi club. La Federazione è attenta ad offrire loro visibilità nelle nazionali minori. Ed all’inizio del biennio è stato fatto un lungo lavoro di scouting sul territorio nazionale con l’Under 21» .
Può indicare qualche nome?
«Li dovrei citare tutti, ho un gruppo fantastico. E’ un piacere allenarli. Farei un torto ad altri se ne indicassi solo due o tre».
Allora proviamo a farli noi: Destro, Gabbiadini, Bertolacci, Paloschi, Insigne, Faraoni, Capuano. E poi?
«Ripeto, anche altri hanno un futuro importante. Gli attaccanti sono quelli che più si sono messi in luce».
Quali impegni avete, ora?
«A febbraio ci misureremo con la Francia in amichevole.
«Vargas? Avere alternative valide è importantissimo Ma io sono un fan di Maggio e non sottovaluto Cannavaro»
E poi a giugno l’appuntamento ufficiale con l’Irlanda».
Anche per il Napoli sta per chiudersi un anno memorabile mentre se ne apre un altro ricco di aspettative: gli ottavi di Champions, il campionato, la coppa Italia.
«A parte l’ottimo di lavoro di Mazzarri, sottolineerei l’operato della società. Non mi aspettavo una crescita così repentina».
Sorpreso?
«Onestamente sì: mi complimento con gli artefici perchè il Napoli è sempre nel mio cuore. Non pensavo che nel giro di pochi anni si potesse arrivare a tanto. Un cammino straordinario. Mi sono entusiasmato anche io nelle gare europee. Non era facile misurarsi con colossi del calcio internazionale e metterli sotto come è accaduto con il City. Ma anche con il Bayern ho visto una squadra con personalità. E poi, vincere in casa del Villarreal sapendo di avere un solo risultato da perseguire: quella partita avrà comportato un dispendio di energie fisiche e nervose notevoli» .
Per quello c’è stato qualche passo falso in campionato?
«Sicuramente, specie quando non si ha l’abitudine a giocare ogni tre giorni. Ma il tempo per recuperare non manca. C’è tutto un girone di ritorno a disposizione. Paradossalmente è più facile trovare il massimo della concentrazione nelle poche gare di Champions che mantenere costanza in campionato, specie quello italiano».
C’è un segreto di questa escalation del Napoli?
«Sì e non riguarda esclusivamente i notevoli progressi tecnici. A mio avviso, la continuità del progetto, la costanza nel trattenere i giocatori forti ed inserirne altri da parte della società ha rappresentato un nodo importante nella crescita del gruppo e dei risultati. Il Napoli, a differenza dell’Udinese che nonostante tutto va ugualmente forte, i pezzi pregiati non può cederli, deve cercare di trattenerli. Ed aver mantenuto i vari Lavezzi, Hamsik, Cavani ed altri è stato fondamentale».
Ora nel telaio verrà inserito anche Vargas, che ne pensa?
«Non lo conosco
«In Champions mi ha fatto entusiasmare e con il Chelsea se la può giocare. E anche in campionato può farsi onore»
benissimo ma avrà vita dura a togliere il posto ad uno di quei tre davanti. E’ un giocatore importante ma gli va dato il tempo di ambientarsi e inserirsi gradualmente. Una squadra forte ha bisogno di alternative valide».
Quante chances contro il Chelsea?
«Se la può giocare, certo, come del resto ha fatto in un girone proibitivo. Ma bisogna vedere in quali condizioni psicofisiche arriveranno entrambe all’appuntamento di febbraio. L’ottimismo non deve mai mancare».
C’è un calciatore per cui stravede?
«A me Maggio impressiona ogni volta. Sono un suo fan anche se lui non lo sa. Ma citerei anche Paolo Cannavaro che come me ha dovuto superare momenti difficili ed ora sta raccogliendo meritate soddisfazioni. E poi Lavezzi, Cavani, Hamsik ma stiamo parlando di attaccanti formidabili».
E’ paragonabile questo Napoli a quello che vinse lo scudetto con lei?
«Per ora no, perchè non ha ancora vinto una competizione importante. Ma nell’aria si respira lo stesso clima. Tanto entusiasmo da parte del pubblico, tanta determinazione da parte dei calciatori, un allenatore che s’è calato con l’atteggiamento giusto in una piazza come Napoli ed una società ambiziosa. Le premesse ci sono ma per arrivare a quella squadra ci vuole una conquista di rilievo ed io sarei il primo ad esserne felice anche se mi rendo conto che la concorrenza è sempre più agguerrita» .
Dimenticata l’esperienza sulla panchina della Juve?
«No, anzi è stata molto formativa ed in avvio avevamo fatto anche bene battendo l’Inter, vincendo due volte a Roma, schiacciando la Samp. Poi, quegli ultimi due mesi… Ma mi è stata utile per arricchire il mio bagaglio, ora con l’Under 21 sto vivendo un momento fantastico».
Come va la Fondazione che ha messo su con Fabio Cannavaro per aiutare i ragazzi di Napoli?
«Molto bene ed anche gratificante. Tante persone ci stanno vicino e li ringrazio. Tra l’altro è anche impegnativa ma io e Fabio, con l’aiuto di mio fratello Vincenzo, vogliamo andare avanti. Auguri a tutti per l’anno nuovo».
Anche a lei con l’Under 21.
Fonte: Corriere delo Sport
La Redazione
A.F.

 

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