Napoli, Under 21, Olimpiadi, calcioscommesse, Juventus. È il Ferrara pensiero nel giorno in cui riceve il premio come miglior tecnico del 2011 consegnato dal Coni provinciale di Napoli nell’annuale incontro di fine anno. Una new entry visto che nella bacheca di casa i riconoscimenti esposti erano finora solo quelli ricevuti da calciatore.
«È un premio che mi tengo ben stretto proprio perché è il primo in questa nuova veste».
Orgoglio napoletano?
«Certamente sì. Ieri da sportivo, oggi da tecnico. La nostra è una città difficile dove se si riesce a vincere la soddisfazione è ancora più grande».
Come quella che il Napoli sta facendo vivere ai propri tifosi?
«Certo. Ha confermato di non essere più una sorpresa raggiungendo nel 2011 livelli altissimi. Il merito è tutto della programmazione, del progetto De Laurentiis che ha permesso di ottenere queste grandi vittorie e di entrare nell’élite del calcio europeo».
La soddisfazione più bella?
«Certamente la Champions».
Mazzarri?
«Ha fatto un ottimo lavoro e sta continuando a farlo. Ha regalato grandi soddisfazioni creando uno splendido gruppo. Ha saputo anche interpretare nella maniera giusta l’essere allenatore in una piazza come Napoli tenendo la squadra tranquilla senza cedere agli eccessi o agli entusiasmi della città».
Contro il Chelsea per giocarsela?
«Mi sembra ovvio, anche se fra due mesi bisognerà valutare la condizione fisica di entrambe le squadre».
Con un Vargas in più?
«Sicuramente sì».
Un 2011 ricco di soddisfazioni per la sua Nazionale Under 21 in testa al girone di qualificazione dell’Europeo 2013 con cinque vittorie su altrettante gare.
«Abbiamo raggiunto molti obiettivi e mi auguro che il 2012 sia sulla stessa linea. Lavoro con dei ragazzi cui dedico questo premio che hanno dato soddisfazione a me e all’Italia intera. Molti giocano in B, alcuni in serie A ma senza continuità. Credo comunque che siano il gruppo giusto per ottenere i risultati che ci siamo prefissati al termine del biennio».
Un anno che va in archivio con la piaga dell’inchiesta sulle scommesse.
«Prima di dare qualsiasi giudizio aspettiamo. Ma l’esperienza mi dice che in queste situazioni vengono spesso tirate in ballo persone che poi non c’entrano nulla, quindi andrei molto cauto».
Un altro protagonista di questo campionato è il tecnico della Juve Antonio Conte.
«Per lui parlano i risultati, quello che ha fatto in una carriera sia pur breve. Due promozioni, la capacità e la voglia dimostrata».
A Napoli sono le difficoltà a forgiare i campioni?
«Non so se le difficoltà facciano scattare una molla per diventare campioni. Io preferirei però che tutti partissero con le stesse possibilità. Certo questa è una città che sforna tanti atleti fortissimi e la cerimonia del Coni ne è una testimonianza».
Il suo podio personale?
«Franco Porzio, il Maradona della pallanuoto, e poi i fratelli Abbagnale. Mi rendo conto però che ce ne sono così tanti che farei sicuramente torto a qualcuno. Per quanto mi riguarda l’esperienza olimpica è legata a Seoul.
Perdemmo la finale del terzo posto con la Germania».
Intanto a Londra il calcio non ci sarà.
«È vero, ma è la vita. Del resto se ci fosse stato, non ci sarei io adesso alla guida tecnica».
Il primo incarico da tecnico l’ha avuto al mondiale 2006 con Lippi. Trionfo di un predestinato?
«Uno che vince il mondiale come collaboratore al primo tentativo vuol dire solo che ha avuto fortuna, quella con la “c” maiuscola».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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