Anche per Mazzarri si tratta di un debutto in Champions League ma si presenta in conferenza stampa determinato, sicuro, attento a non inciampare nelle risposte. Il tecnico toscano esibisce personalità e serenità, sorprendendo anche i cronisti britannici che ne apprezzano la misura e la pacatezza nell’affrontare il botta e risposta.
Mazzarri, quanta emozione c’è in questa vigilia?
«Nessuna. Non c’è tensione, sarà come tutte le altre partite, coscienti del valore dell’avversario che andremo ad affrontare e che peraltro ha già giocato cinque partite di campionato rispetto a noi ed è più avanti nella preparazione. Ma non è la prima partita importante che giochiamo. Ormai abbiamo imparato a gestire le emozioni e cercherò di dare più input possibili ai giocatori».
Ha già scelto gli uomini da mandare in campo?
«Non ancora. Veniamo da una gara molto intensa, a Cesena, devo valutare per bene le condizioni dei singoli. C’è chi ha speso tanto e non ha avuto il tempo per recuperare. Quando si gioca ogni tre giorni, si va incontro a certi inconvenienti. Ma dal punto di vista degli infortunati nessun problema».
Cosa ha detto in particolare ai ragazzi?
«Di giocare come sanno e come hanno fatto in Europa League lo scorso anno. Di non pensare che hanno meno esperienza degli avversari in Champions. Da due anni a questa parte abbiamo una fisionomia ben precisa. Il nostro gioco si sviluppa in due fasi nette e distinte tra loro: quella passiva che prevede di limitare le fonti di gioco avversarie, andare in pressing e ridurre gli spazi. E poi ripartire in velocità e cercare di pungere con le nostre armi. In casa e fuori giochiamo alla stessa maniera e non vorremmo snaturarci proprio qui».
Non può negare che dall’altra ci sia una supercorazzata, specialmente dalla cintola in su.
«Ma il calcio è sempre uguale: in Italia, come in Inghilterra. Poi dipende dall’atteggiamento delle squadre, dal valore dei giocatori. E’ chiaro che loro dispongono di un potenziale di livello superiore ma noi l’anno scorso siamo stati protagonisti di due partite stupende: una a Liverpool e l’altra a Villarreal. Poi il risultato finale è figlio di tanti fattori».
Vuole dire che il Napoli potrà dire la sua?
«Intanto quelli che compongono lo zoccolo duro di questa squadra si sono piazzati terzi nel campionato italiano ed hanno creato problemi a tutte. Sappiamo la forza del Manchester, ho fatto vedere ai ragazzi alcune cassette, ma anche noi disponiamo di uomini che possono far male».
Quindi l’equazione monte ingaggi-risultati sportivi non vale più?
«Qui o siamo furbi noi o sono stupidi gli altri. Noi siamo stati capaci di sovvertire ogni regola ed il calcio è bello per questo. Siamo orgogliosi di quanto abbiamo fatto. Risultati straordinari. La strada intrapresa è quella giusta. E nonostante qualcuno dica che dovremmo cambiare atteggiamento tattico, noi continueremo il nostro percorso perchè ci ha regalato tante soddisfazioni e tante ce ne dovrà regalare ancora».
Non teme un’altra Barcellona?
«No, quella partita ci è servita per conoscere l’ambiente, per esibirci in uno stadio prestigioso. Eravamo degli ospiti e giocavamo di punta e tacco in fase passiva. Avemmo un timore reverenziale, un rispetto esagerato. Ma prima del gol subito, riuscimmo a mettere in difficoltà anche loro. Quindi mi aspetto dai miei che interpretino questa partita con il Manchester come fosse una finalissima».
Ed invece rispetto a Cesena, ci sarà più attenzione in difesa?
«Dovrà esserci per forza. Ho detto ai ragazzi che con tutto il rispetto per il Cesena, se ripetiamo certe situazioni negative, sulle palle da fermo o lasciando contropiede, il Manchester e l’avversario di domenica prossima (il Milan, ndi) non perdoneranno e non ribalteremo la situazione».
Conviene che questo è il girone più difficile di Champions?
«Sicuramente lo è. Il ranking dice che siamo gli ultimi del girone, quelli destinati ad uscire. Ma erano ventuno anni che non andavamo in Champions e ce la vogliamo giocare fino in fondo».
E’ possibile vedere qualche novità in campo? E’ ipotizzabile un altro turn over?
«Sì è possibile ma sempre nei limiti.Non è il caso di rivoluzionare certi reparti. Quest’anno abbiamo due giocatori per ruolo e se sarà il caso li faremo avvicendare. A Cesena, ha riposato Hamsik che era reduce da due gare con la propria nazionale. Se non lo avessi fatto lì, sarebbe dovuto fermarsi o con il Manchester o con il Milan».
Scatterà la volta di Gargano a centrocampo? O quella di Fernandez o Fideleff in difesa?
«Vedremo. Gargano era squalificato a Cesena. E poi è abituato a calcare certi palcoscenici. Sono in quattro a centrocampo per due maglie. Non credo invece di rischiare un giovane in difesa dove esistono dei movimenti ben precisi e collaudati. Può darsi che uno dei due giochi con il Milan. Insomma tocca pensare alla Champions ed anche al campionato. Ma una gara per volta. Vediamo cosa faremo con il Manchester e poi si vedrà. Ma credetemi, il nostro processo di crescita è avvenuto in maniera esponenziale da sorprendere un pò tutti noi. Ma ce ne vantiamo e guardiamo al futuro con ottimismo, insieme a tutti i nostri tifosi».
E poi va ad abbracciare Ranieri che da opinionista Rai aveva seguito la conferenza del collega in fondo alla sala.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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