CDS – Maggio: “Napoli da sogno, siamo fortissimi”

Maggio, quali vantaggi può riceve­re il Napoli dai nuovi arrivati?

« Sicuramente quel pizzico di espe­rienza in più che ci mancava, soprat­tutto in campo internazionale. L’anno scorso abbiamo pagato proprio que­sto in Europa League. Inler e Dze­maili, infatti, sono due nazionali sviz­zeri. Donadel e Santana hanno fatto le coppe con la Fiorentina. E Fernan­dez ha partecipato alla Coppa Liber­tadores ».

Sul piano tecnico, invece?

« Ulteriore qualità senza ombra di dubbio. Pur non disprezzando quelli dello scorso anno, l’arrivo dei nuovi ha aumentato il tasso tecnico com­plessivo. Lo si vede già da questi pri­mi allenamenti: è migliorato il fra­seggio, c’è più precisione nei servizi, sia sul breve che sul lungo».

A cosa si può aspirare?

« Confermarsi è difficile. Lo scorso campionato abbiamo fatto qualcosa di incredibile. Di inaspettato. Ma la squadra ha voglia di mantenere le po­sizioni conquistate in campionato e di non sfigurare in Champions League. Abbiamo grandi ambizioni».

Competere per lo scudetto, no?

«No, questi sogni li lasciamo ai nostri tifosi ed è giusto che sognino. Noi, in­vece, vivremo alla giornata, cercando di vincere partita dopo partita. Sap­piamo che ci sono almeno un paio di formazioni più attrezzate di noi. Di si­curo, ci misureremo alla pari con tut­te e proveremo a dare fastidio fino al­l’ultimo per il titolo. Ma il campiona­to italiano è strano nonché difficile».

Quanto è stato importante trattenere i tre gioielli?

«Fondamentale, direi. Poche squadre possono vantare un tridente d’attacco come il nostro: giovane, ancora con margini di miglioramento, bene as­sortito, implacabile in zona gol. Per la verità, non ho mai creduto che Ma­rek potesse andar via. E penso, sarà così anche per Lavezzi. Per loro tre, questa sarà la stagione della consa­crazione ».

E confermare il telaio della squadra, invece?

«Anche questo fa parte di un proget­to tecnico ben preciso. Io sono da tre anni nel Napoli e la crescita è stata costante: Intertoto, Europa League, Champions League. Penso che si pos­sa continuare a crescere ancora»

Ha mai temuto che Mazzarri potesse separarsi dal Napoli?

«C’è stato un momento di frizione con la società ma non ho mai pensato che il rapporto potesse rompersi. Mazzar­ri e De Laurentiis sono due persone intelligenti e capaci. Il mister è il va­lore aggiunto di questo gruppo » .

Si è tanto parlato del vostro modulo di gioco, il tre-cinque-due. Davvero è così dispendioso e superato, come di­cono?

«No, anzi. Molte squadre anche a li­vello europeo stanno passando da una difesa a quattro a una a cinque. Con­sente di garantire maggiore protezio­ne in fase passiva e se si dispongono degli esterni giusti si può far male quando poi si riparte».

Lei è il prototipo dell’esterno di cen­trocampo per il tre-cinque-due. Co­me mai riesce ad adattarsi così bene e a giocare anche da esterno basso in Nazionale?

«Perché da ragazzo, nel Vicenza, ho giocato anche da primo di difesa a de­stra. Poi, nella Samp, con Novellino mi sono cimentato spesso in difesa, calandomi nel ruolo. Cambiano alcu­ni movimenti quando si passa da uno schema all’altro ma ormai per me è diventata routine. A volte anche il Napoli si dispone a quattro, dipende dalle circostanze. In nazionale non avverto alcun disagio, anzi spero di restare nel giro e farmi apprezzare anche da esterno basso».

 Sembra funzionare a meraviglia la sua intesa con Hamsik sull’out de­stro

 «Con Marek ci conosciamo da tre an­ni. E’ un giocatore fantastico. Su di lui puoi fare sempre affidamento. Averlo trattenuto è stato come un ac­quisto importante»

Lei è già il più in forma di tutti, come mai?

« Ho un fisico che me lo consente e poi ho lavorato tanto durante le va­canze, giocando a tennis, corricchian­do sulla sabbia. Quest’anno bisogna partire con il piede giusto. Non vedo l’ora che cominci la Champions che per me è una novità. Intanto, giocare al Camp Nou il 22 già procura dolci sensazioni. Questo Napoli è diventato in top club in un batter d’occhio, non mi sembra vero. Capisco l’entusia­smo della nostra gente, è anche il no­stro » .

La Redazione

A.S.

Fonte: Corriere dello Sport

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