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CDS – Dossena: “La città prenda esempio dalla squadra, serve uno scatto d’orgoglio”

«Napoli, sei il massimo»

 

DIMARO (TN) – Dietro la maschera di calciatore introverso e sospettoso si nasconde un ragazzo pie­no di vita e valori umani. Impegnato, sensibile, schietto, «soprattutto devoto al lavoro, una filosofia che mi trascino dietro da bambino quando guarda­vo mio padre e la mia famiglia alzarsi all’alba per mandare avanti l’azienda agricola che teniamo a Pieve Fassiraga, vicino Lodi» , confida Andrea Dos­sena, diplomato perito meccanico, pochi esami alla facoltà di economia e commercio, esterno sinistro di un Napoli che vorrebbe stupire anche in Champions League.

Dossena si definisce un self made football player, un calciatore fattosi da solo. «Quando lasciai casa per andare a giocare nelle giovanili del Verona, mia madre Santina disse: ci vuoi provare? Prova pure ma non trascurare gli studi e sappi che noi abbiamo da pensare all’azienda e non potremo starti vicino come vor­resti ». In famiglia, prima di Andrea (sono quattro figli maschi) vi aveva provato anche il fratello Alessandro ma con scarsa fortuna. Lui, invece, lasciò casa dopo l’esperienza al Fan­fulla, convinto di farcela, a scuola co­me sul campo. E così è stato. «Se c’è una qualità che mi riconosco è la te­nacia – dice –Non ho mai mollato an­che quando sembrava che il mondo stesse per precipitarmi addosso: la retrocessione con il Verona, quella con il Treviso, l’esperienza poco for­tunata con il Liverpool. Ho sempre creduto che il lavoro potesse premiare. Ma, sinceramente, non pensavo di tornare in Champions così in fretta, per giunta con il Napoli, un club riaffacciatosi in A da pochi anni. Ma è fantastico tutto quello che sta ac­cadendo. Sembra una favola».

Dossena legge tanto, quotidiani sportivi e non. L’ultimo libro letto è “La caduta dei giganti” di Ken Follet, un romanzo storico-sociale che racconta la storia di cinque famiglie diverse tra loro, le cui vi­cende e tragedie hanno cambiato il loro destino e quello del mondo. Al volante della fascia sinistra è piaciuto. Non a caso fa un riferimento alla città di Napoli ed a chi vi abita:«Io sono un fortunato, abito a Posillipo, la mattino apro la finestra e mi si spa­lanca il cuore nell’ammirare il Golfo. Ma per il re­sto ci sono tante cose che non vanno. Inutile nascon­dersi dietro un dito, chi ama quella città deve ave­re uno scatto di orgoglio, così come l’abbiamo avu­to noi del Napoli: un gruppo unito, che se la gioca a viso aperto con tutti, ambizioso e cosciente, dedito al lavoro sei giorni su sette. Ma io e Debora ci vivia­mo bene, ci siamo ritagliati il nostro spazio e consi­glieremmo a tutti di trasferirsi qui. Il calore dei tifo­si è impagabile. La società è organizzata e puntua­le. Il presidente, un vulcano pieno di idee. Già im­magino cosa potrà accadere alla prima di Cham­pions. O quando vinceremmo qualcosa di importan­te ».

UNDICI SETTEMBRE –Debora è la moglie. Di cognome fa Rossetti. Anche lei di Lodi. E’ laureanda in giuri­sprudenza ed ha fisico e portamento da modella. Si conobbero alla festa del compleanno di Andrea che capita in un giorno particolare, l’11 settembre, quello dell’attentato alle Torri Gemelle. C’è voluto un lungo corteggiamento prima del “sì”. Ma Debora che all’università giocava a calcio, è stata la compagna ideale per Dossena. Discreta, premurosa, con il sorriso sempre pronto.«Mi ha segui­to anche a Liverpool dove abbiamo perfezionato l’inglese e preso un altro labrador, Diva, ma rispetto a Ronal­do è irrequieta e non abbiamo potu­to portarla a Napoli. Con Debora ci legano tante passioni, non solo quel­la per i cani anche per gli sport in ge­nere: dal basket, alle moto, al tennis. Ma nel calcio non interferisce mai seppure assiste a tutte le partite del Napoli(ed ha seguito anche il ritiro a Dimaro, in un albergo poco distante).

I SEGRETI DEL NAPOLI –Spiega Dossena:«Al di là dei meriti tecnici, la nostra forza è davvero rappresen­tata dal gruppo. Non c’è differenza tra stranieri ed italiani. Si è creata una fusione perfetta, al contra­rio di quanto avviene da altre parti. Ci facciamo scherzi in continuazione. A me piace ascoltare disco music nello spogliatoio ma c’è sempre qualcuno che di nascosto mi cancella tutto dall’i-pod. Non a caso i nuovi arrivati si sono inseriti in un paio di giorni. E la filosofia non cambia: lavorare sodo e provare a stupire».Andrea Dossena si è fatto ricrescere anche la barba:«In Champions bisogna incutere timore al­l’avversario e noi siamo pronti a sfidare chiunque, in Europa come in campionato».

La Redazione

A.S.

Fonte: Corriere dello Sport

FOTO DI MASSIMO GIORDANO

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