Ma scusi, neanche per 200 milioni? Perché se la matematica non è un’opinione, e in effetti non lo è, 100 più 100 fa proprio 200. Numeri e parole sciorinati così di getto, a modo suo. Magari anche sorridendo. Eppure Aurelio De Laurentiis è parso serissimo, quando ha spiegato al mondo intero che, per lui, i tre tenori messi insieme valgono chissà quanto. Certo più di 200 milioni di euro. È la somma che fa il totale: «Hamsik e Lavezzi non li cedo neanche per 50 milioni» . E Cavani? «Forse a 100 potremmo cominciare a parlarne» . E poi dicono che non sono uomini d’oro.
BLINDATI – E allora, il presidente. La sua legge ribadita anche ai microfoni di Radio 24 con un passo di carica degno dei bersaglieri. Sempre di corsa, a razzo. Soprattutto se si tratta di mercato, di trattative vere, virtuali o potenziali relative ai gioielli di famiglia. La storia è molto semplice: «Ho preso Hamsik che era un ragazzino» . Appena diciannovenne. «E oggi è maturato ed è diventato una persona seria. No, per cinquanta milioni non lo venderei» . E Lavezzi per la stessa cifra? «Assolutamente no. Lui è l’anima di questa squadra» . E cosa dire di Cavani? «Direi che settanta milioni non bastano. Magari a cento potremmo cominciare a parlarne?» . Coinciso e molto, molto preciso. «E comunque nessuno me li ha mai chiesti: ascolto tante notizie, sì, ma di fatti concreti neanche l’ombra. Ciò significa che nessuno è realmente interessato a loro tre».
LA CLAUSOLA – Numeri e cifre a parte, il messaggio lanciato da De Laurentiis è limpido come l’acqua: per lui, i tre tenori non si toccano. Cioè, meglio dire che, se dipendesse da lui, non si muoverebbero. Salvo complicazioni tipo una clausola rescissoria: tipo quella, famosa ormai famigerata, inserita nel contratto di Lavezzi. Il Pocho potrebbe svincolarsi per 31 milioni di euro: se un club si presentasse alla porta del Napoli con un assegno del genere, e se Ezequiel volesse, la storia finirebbe così. Però il presidente ribadisce il concetto: «È l’anima di questa squadra: non lo cederei neanche per 50 milioni» . E sia.
SMS IN PANCHINA – Ne ha per gli attaccanti ma non solo. Lui, che ama gli sms, ne spedisce uno anche all’allenatore: «Cedere Mazzarri? Ma no, non è mica un giocatore, è un tecnico e dunque non può essere venduto. Tra l’altro non ha difetti, è ben concentrato e sempre sul pezzo. Ora, comunque, è presto per parlare di certe cose: in un futuro prossimo c’incontreremo io e lui» . A fine campionato, come sempre finora. Anche se le intenzioni del club sono chiare (tenerlo). È già prossimo alla firma, fino al 2015, il ds Bigon; con il dg Fassone, invece, la trattativa per il rinnovo è ancora aperta.
NO FERILLI, SI PARTY – Spalancate sono le porte dell’Europa. Della Champions, per la precisione, che non può che coinvolgere il presidente anche alla vigilia della trasferta di Parma. Si comincia così: «Villas Boas? Non è detto che magari, pur avendo incontrato delle difficoltà al Chelsea, non sia un grande allenatore» . Parole dolci. «Certo, devo andare a incontrarlo per prenderlo!» . Ride e sta al gioco, De Laurentiis. E poi piazza il guizzo, ancora scherzoso: «Se dovessimo superare il turno con i Blues, non potendomi spogliare come fece la Ferilli con la Roma, organizzerei una mega festa con tutti i signori del calcio» . E se conquistasse la Coppa Italia? Silenzio assoluto.
IL DIEGO – Finale dedicato a Maradona: «Sarebbe un bellissimo ambasciatore del Napoli nel mondo: in futuro spero di parlarne con lui di persona».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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