L’indice di gradimento è schizzato alle stelle. Tre gol alla Juve, infatti, sono un biglietto da visita efficace per far breccia nel cuore della gente. Edinson Cavani sorride e ringrazia: «Sono felice di aver regalato questa gioia ad una città — si racconta in un’intervista che è andata in onda ieri su Raitre — che sento sempre più mia. Sono un tifoso del Napoli». È lontano anni luce dal clichè del calciatore ricco e viziato. Chiamatelo pure antidivo. Lucrino è il suo regno e lo ha adottato proprio per la sua normalità, merce preziosa in questo mondo gonfiato dai milioni di euro. «Sono cresciuto in Uruguay con l’essenziale e questo mi basta. Non sono cambiato, il superfluo non mi piace. I miei valori sono gli stessi: la famiglia, gli amici e naturalmente la fede».
Argomento delicato, forse se ne parla troppo, Cavani, invece, lo affronta con la solita semplicità: «Per me è come un navigatore satellitare che ti aiuta quando hai paura di sbagliare. Indica la strada da seguire». Cavani l’ha imboccata senza tentennamenti: 20 gol in 27 partite. «Forse non mi aspettavo una gioia dietro l’altra, ma sapevo che ci sarebbe stato un miglioramento perché i sacrifici vengono sempre ripagati. Sto raccogliendo i frutti». E non ha ancora smesso. Ne avrà di tempo fino al 2015, data di scadenza del suo contratto. La società ha confermato che c’è un progetto per prolungarlo ma senza fretta. L’uruguaiano — dal canto suo — coglie l’attimo: «Vivo nel presente, non mi pongo obiettivi lontani. Adesso penso soltanto al campionato, all’Europa League e alla Coppa Italia. Poi spero di fare bene in Coppa America con la maglia della Celeste».
Lo stile è quello di sempre: «Un ostacolo alla volta». Il prossimo si chiama Fiorentina. Il tecnico viola, Mihajlovic, l’ha riempito di complimenti. «È il più forte giocatore del campionato. Meglio di Ibrahimovic». Parole che inorgogliscono il Matador: «I giudizi degli addetti ai lavori sono importanti. Rappresentano uno stimolo incredibile».
Da sfruttare già sabato per l’incrocio del San Paolo. Cavani prenota altre prodezze. Re Mida degli attaccanti, trasforma ogni pallone in rete. L’ultima con la Juve ha fatto discutere tanto. Testa o tacco, un giochino che ha coinvolto tanti tifosi in un dibattito infinito. Si è divertito persino lui: «Ho scherzato con gli amici: se avessi segnato di tacco, il mio valore sarebbe schizzato alle stelle, sarebbe stato un gol incredibile. Ma è stato un colpo di testa. Garantisco».
La Redazione
Fonte: Repubblica.it
S.D.
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